Mentre le ruspe stanno straziando la parete ovest del colle del Castello i passanti che attraversano piazza Vittoria svolgono le seguenti considerazioni:
– la ristrutturazione ha eliminato la bruttura di un parcheggio scalcagnato, ma ha creato per ora una vera e propria piazza d’armi dove già in aprile è impossibile fermarsi a causa del caldo e del sole battente. Se non si ricorre a un’opportuna piantumazione il destino del “salotto buono” di Gorizia non può che essere quello di un ampio spazio triste e desolato.
– i porfidi del selciato davanti alla chiesa di sant’Ignazio sono già di per sé incompatibili con il traffico piuttosto sostenuto della zona; in più la necessità di rispettare i tempi recuperando in parte l’enorme ritardo accumulato negli anni precedenti ha portato a una “posa” troppo frettolosa e già più volte è stato necessario tamponare le sempre più numerose falle. Qualcuno (chi ha progettato, chi ha deliberato, chi ha scelto i materiali, chi ha diretto i lavori, chi li ha realizzati, chi…) pagherà o pagheranno soltanto i cittadini?
– se impostata come è, la zona a traffico limitato rischia di fare la stessa fine di quella già attivata da anni nelle vie san Giovanni e Ascoli: macchine che sfrecciano a tutte le ore, parcheggi selvaggi, assoluta impossibilità di utilizzare il selciato per la creazione di spazi di incontro pubblico. Si vada a vedere il centro di Lubiana (o quello di Udine e Trieste) per vedere come si può trasformare una città quando alcune strade vengono riempite da eleganti strutture che proteggono turisti e residenti seduti a bere il caffè o ad assaggiare i prodotti gastronomici locali.
– buona l’idea di realizzare nella piazza e dintorni Pollice Verde, ben vengano simili manifestazioni se organizzate e progettate in un contenitore che non lasci ai pedoni solo le briciole ma renda ogni giorno una rara indispensabile eccezione il passaggio delle automobili e dei mezzi per il carico e lo scarico delle merci.
Intanto le ruspe fanno scempio della collina e le domande sugli ascensori sono ancora tutte senza risposta: dove si troveranno i soldi (intorno al milione di euro) per l’acquisto delle “gabine”? quali costi previsti per la gestione annuale dell’impianto? quali proiezioni relative al vantaggio sul piano turistico e culturale? quale rapporto con il Borgo Castello a beneficio del quale avrebbero dovuto essere impegnati i soldi della famosa finanziaria regionale del 1999? perché l’amministrazione non ha mai presentato nella mille volte promessa e mai realizzata assemblea pubblica progetti, costi e prospettive della faraonica opera? perché non è stata ritenuta necessaria la “valutazione impatto ambientale” di un lavoro pubblico che di fatto stravolgerà un classico panorama goriziano?…
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