Ormai delineati gli scenari post elettorali.
Chi ha vinto? Sicuramente Pisapia, clamorosamente davanti alla Moratti a Milano, a un passo da un risultato che altro non si potrebbe definire se non “storico”; Fassino, vittorioso al primo turno senza rivali a Torino; Merola con ogni probabilità già da stasera sindaco di Bologna; De Magistris, con un successo personale e la conquista del ballottaggio a Napoli, un risultato ben superiore a quello della lista che lo sostiene e di parecchi punti “davanti” al candidato pd. “Chez nous” ha vinto molto bene il riconfermato presidente della provincia Gherghetta e hanno vinto alcuni sindaci di piccoli comuni equamente divisi tra centro destra e centro sinistra. Allargando lo sguardo ha vinto un po’ ovunque la parte sinistra del centro sinistra e nel caso più clamoroso (appunto Milano) ha avuto grande parte l’effetto Vendola; ha vinto l’idv, anche ma non solo per il “botto” di Napoli; ha vinto la già sperimentata coalizione del centro sinistra (ma provinciale!) goriziano, pd/idv/sel/fc.
Chi ha perso? Senza dubbio Berlusconi, sconfitto pesantemente in casa, alla prima prova concreta di un declino che ormai sembra irreversibile; ha perso il suo pdl (suo perché è sua responsabilità la personalizzazione delle strategie e dei simboli) della provincia di Gorizia e la sua candidata presidente mai apparsa realmente in corsa durante la campagna elettorale; ma hanno perso di brutto anche Bossi e la sua Lega che si attendevano sfracelli e si sono ritrovati a mani vuote. La resa dei conti è ormai vicina, ma l’aria che tira fa prevedere che i lumbard non avranno più tanta fretta in merito a un ritorno anticipato alle urne. Nella lotta interna alla sinistra ne escono piuttosto malconci i “comunisti” dell’omonima federazione, ovunque surclassati dalla sel vendoliana. Con qualche rimpianto per l’unità di un tempo che aritmeticamente avrebbe consentito oggi alla sinistra un risultato inimmaginabile…
Chi ha pareggiato? Hanno pareggiato tutti gli altri, la presidente uscente della provincia di Trieste Bassa Poropat che pur avendo raggiunto il 49% al primo turno non ha davanti a sé un ballottaggio passeggiata contro il forte candidato del centro destra Ret; hanno pareggiato centro destra (Cisint) e centro sinistra (Altran, comunque in vantaggio) a Monfalcone, dove il primo turno non ha sciolto i dubbi, anzi ha aumentato quelli di coloro che non avevano visto di buon occhio ben quattro liste di sinistra in lizza (con risultati disastrosi, soprattutto gli un tempo ben più solidi “Cittadini” relegati all’ultimo posto della classifica provvisoria); Cosolini e Antonione che daranno senz’altro vita a un interessante duello per sostituire il sindaco Dipiazza; ballottaggio anche a Pordenone dove il candidato di centro sinistra ce la dovrebbe fare, sospinto dal vento della buona amministrazione dell’uscente Bolzonello. E hanno pareggiato anche i “terzopolisti”, ago di una scomoda bilancia che li dovrà portare comunque a scegliere tra una sinistra da sempre aborrita e una destra berlusconiana da poco tempo con clamore abbandonata: ago della bilancia, ma di fatto assai poco remunerato dagli elettori che hanno riservato ad essi soltanto briciole.
E adesso? Adesso occorre aspettare i ballottaggi, nel frattempo impegnarsi più che si può per far conoscere i referendum ai cittadini: oggi il “consultivo” regionale sul nucleare in Sardegna (chissà perché lì poteva essere accorpato alle amministrative e da noi no?) ha superato di slancio il quorum e i risultati non si faranno attendere: è un buon segnale in vista delle bistrattate consultazioni del 12 e 13 giugno.
Romoli sostiene che matematicamente la "sua" maggioranza è più forte di quella scaturita dalle "comunali" di quattro anni fa; Cingolani, giustamente soddisfatto del risultato del Pd goriziano, rimarca che il "Nuovo Polo" non può essere più considerato parte della maggioranza… Ma allora, cambieranno gli equilibri nel centro destra che amministra Gorizia?