La galleria di Trento, presentata anche dal sindaco Romoli come esempio da seguire per la “Bombi” di Gorizia, in realtà sono due gallerie: un nuovo tracciato della tangenziale oltre l’Adige ha portato alla loro dismissione e al riutilizzo decisamente originale, premiato a livello mondiale come ottima proposta architettonica. Una galleria è luminosa bianca, l’altra oscura nera, la prima viene utilizzata per installazioni e mostre temporanee, la seconda per un’interessante presentazione attraverso diapositive proiettate sulla volta della storia del Trentino nonchè per un vero e proprio museo della memoria con una ventina di audio/video intervista ai personaggi più rappresentativi dela stessa vicenda. Particolarmente bella l’intersezione tra pannello luminoso sulla storia generale e piccolo monitor sulle storie speciali dei protagonisti popolari.
Differenze “per noi”: i costi di ristrutturazione a questi livelli decisamente improbi, l’eccessiva umidità che mette a dura prova le strutture nonostante i pochi mesi di “servizio”, i costi del personale e di gestione che la “provincia autonoma” di Trento può sostenere attraverso la Fondazione Museo storico di Trento, la collocazione periferica (al contrario dell’opportunità offerta da piazza Vittoria) lontana dal centro storico raggiungibile con un percorswo pedonale, lo spazio dedicato soltanto all’esposizione museale e non più “di passaggio” come dovrebbe essere invece la galleria Bombi. Che però, come propone Dario Stasi, potrebbe essere utilizzata per presentazioni molto più semplici e meno impegnative, alla portata delle tasche e degli investimenti dell’amministrazione goriziana. In sintesi, ottima l’idea di Trento, da accogliere/studiare, ma anche da adattare se la si vuole riportare nel nostro territorio.
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