La cultura occidentale è pregna del concetto che l’esperienza è patrimonio dei più anziani.
Verissimo e ineccepibile.
Lo assumiamo dall’arte: santi e discepoli sono sempre rappresentati barbuti (simbolo di solennità e potere) e canuti (segno di esperienza e conoscenza).
Ma lo ribadisce anche Ludovico Ariosto, che nell’”Orlando” non a caso parla di Carlo Magno identificandone la maturità morale e politica con la barba canuta. E lo schema sociale della famiglia patriarcale dove il capostipite più anziano era il depositario della verità più profonda è il modello di aggregazione sul quale si è basata nei secoli la struttura sociale mediterranea ed europea.
La secolarizzazione dei modelli sociali che ha caratterizzato gli anni sessanta sembra però avere portato a uno snaturamento di questo modello solo laddove conveniva: dimentichiamo a casa gli “inutili” anziani, ma affidiamoci ancora agli anziani ricchi e potenti per guidare anima, spirito e governo…
Siamo in una società che sotto il profilo della ricerca scientifica è pronta da decenni a premiare l’iperspecializzazione, concetto che può consentire anche a un giovane, in pochi anni di assidui studi, di divenire depositario di conoscenze immense.
Eppure a livello politico – di fatto – riconosciamo che un “Pinco Pallino” qualunque possa rappresentare ministeri tanto specialistici quanto quello della Cultura, delle Infrastrutture, della Famiglia, degli Interni, ecc… e con quale preparazione?
Quella del “TUTTOLOGO” che passa dall’Agricoltura agli Esteri passando per l’Attuazione del Programma???
Forse però il modello ecclesiale un suggerimento ce lo può ancora fornire: anche se colà chi comanda bene o male viaggia sulle stesse età anagrafiche dei nostri politici, il giovane che vuole accedere a tale struttura:
– conosce i valori ai quali ispirarsi,
– impara e persegue chiare regole da rispettare,
– lavora allo scopo di perseguire il bene dell’Organizzazione e delle relativa Mission…
Forse che nel modo laico qualcosa del genere una volta si chiamava “Partito Politico”?
Una politica zeppa solo di individualismi di alto, medio e basso spessore può invece solo favorire una marea di “free lance” liberi battitori che possono vendersi al miglior offerente (emblematico il “caso dell’On. Scilipoti” del 14 dicembre) poiché costoro perseguono la carriera del “SE STESSO” e non il bene pubblico.
E la carriera del “SE STESSO” accresce di valore con l’aumentare dell’età e con la progressiva sedimentazione di amicizie, legami, scambi di favore…
Giovanni Civran
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