La vittoria di Gherghetta è stata ovunque netta, già si è dato onore al merito di un quinquennio di discreta amministrazione, di una strategia elettorale che è riuscita a unire tutto lo schieramento del centro sinistra e di una campagna un po’ “spettacolare”: le battute al vetriolo su Blasig e le boutades sui 20mila posti di lavoro a tempo indeterminato e 80mila a tempo determinato hanno raggiunto se non altro l’obiettivo del “basta che se ne parli”.
E’ difficile non dare ragione al segretario cittadino Cingolani quando parla di “un grande successo” riferendosi al quasi 30% e mezzo ottenuto dal pd nella città di Gorizia, davvero un risultato storico, sottolineato anche dalla performance di un giustamente esultante Mauro Mazzoni che ha portato il suo collegio elettorale (Gorizia V) dal 21,72 (Ulivo 2006) al 34,48 (pd 2011). Finalmente ci saranno tra l’altro diversi goriziani in Consiglio provinciale, Gironcoli Cernic Sosol e lo stesso Mazzoni per la maggioranza, Cosma Obizzi Silli e Zotti per la minoranza.
Prima di dare per scontato che il “modello provinciali” possa essere applicato tout court anche nelle elezioni comunali del 2012 occorre dare risposta ad alcuni interrogativi importanti.
Anzitutto il risultato complessivo di Gorizia indica come maggioritario lo schieramento che sostiene il sindaco Romoli, più o meno attestato sulle posizioni di quattro anni fa (52 e passa per cento): è vero che Fli/Stefano Cosma e Udc si sono presentati defilati (e con non entusiasmante risultato) in Provincia, ma che sia possibile un’alleanza differente in occasione della prossime “comunali” è tutto da dimostrare – tenendo presenti anche gli ottimi rapporti politico/personali che continuano a intercorrere tra Romoli, Cosma, Zappalà e compagnia bella. Insomma, molta acqua deve passare sotto i ponti nei prossimi mesi…
In secondo ma non meno importante luogo occorre domandarsi perché così poca genete è andata a votare; è vero che nel 2006 c’era la concomitanza inevitabilmente trascinante delle “politiche”, tuttavia il dato rimane impressionante: lo stesso pd, passato dal circa 25.70 dell’Ulivo 2006 al 30.43 attuale, incassa una contrazione di 1862 voti (3522 contro i 5374 del 2011), con la perdita quindi del voto di circa un proprio elettore su tre. in altre parole, l’astensionismo non ha colpito soltanto il centro destra e una simile disaffezione all’esercizio del diritto democratico deve temperare le grida di vittoria.
Se il centro destra si lecca un po’ ovunque le ferite e prepara una quasi impossibile (più per le divisioni interne che per la forza dei numeri) rimonta a Milano, Trieste, Monfalcone e altrove, il centro sinistra è chiamato a un immediato riscontro: i referendum di giugno bussano alle porte e nonostante qualche timido segnale incoraggiante l’informazione è sempre scarsa quando non nulla. A Gorizia ci saranno anche i “consultivi” anomali (perché grazie a un fuffigniesso dell’attuale maggioranza comunale si terranno solo la domenica 12 giugno e non il lunedì successivo, in sede prossima ma non coincidente e con orari diversificati), il cui esito difficilmente potrebbe suscitare grandi ottimismi…
Subito dopo sarà tempo di riprendere il percorso di concertazione già avviato da mesi per cercare di trovare le migliori soluzioni possibili per riportare fiducia e voglia di partecipazione nel cuore dell’intero elettorato.
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