La sconvolgente vicenda di Oslo pone molti interrogativi che vanno al di là del tragico assassinio di quasi ottanta persone. Si è pensato subito alla Jihad e al terrorismo internazionale, poi sono saltate fuori le farneticazioni di questo strano individuo armato dalla volontà di “purificare” e “disinquinare” il tessuto culturale della Norvegia globalizzata. Non si può neppure invocare il disagio sociale, essendo il Paese nordico ai vertici di tutte le classifiche sulla qualità di vita dei suoi abitanti.
E allora? Allora c’è la sensazione che la sistematica criminalizzazione e banalizzazione dei “settori integralisti” dell’Islam, dei susperstiti assertori del “comunismo” e delle “frange estremiste” della galassia no global, oltre che indurre a superficiali generalizzazioni abbia contribuito a nascondere la crescita di fermenti molto pericolosi. Non solo in Norvegia ma anche in Italia stanno spuntando come funghi circoli di giovani che si prefiggono lo scopo di “cacciare l’invasore” islamico, di “estirpare il comunismo”, di salvaguardare le (da loro supposte) “radici cristiane” dall’invasione consumistica e materialistica del capitalismo.
Certo, non c’è relazione diretta fra questi centri di riflessione pseudoculturale e azioni militari come quella portata a termine dal giovane norvegese, tuttavia quando si coltivano idee ispirate all’odio contro gli altri in nome della propria pretesa “purezza” può facilmente nascere una pianta malefica. Con risultati – come purtroppo ben si sa – che possono arrivare fino alla catastrofe planetaria!
Come al solito, secondo il mio punto di vista, bisogna guardare a monte le cause di questa strage e si scropre come sempre che ci son sempre sotto i servizi segreti, massonerie, sette di qualche tipo, ecc… 11 settembre, Londra, Madrid, ecc… la storia si ripete ma ahimè in un pease come la Norvegia che da sempre ho ammirato per la tranquillità e vivibilità. Rivoluzione verso i porci potenti posti ai vertici delle piramidi!