Il transpolitico è la trasparenza e l’oscenità di tutte le strutture in un universo destrutturato, la trasparenza e l’oscenità del cambiamento in un universo destoricizzato, la trasparenza e l’oscenità dell’informazione in un universo privato di avvenimenti, la trasparenza e l’oscenità dello spazio nella promiscuità delle reti, la trasparenza e l’oscenità del sociale nelle masse, del politico nel terrore, del corpo nell’obesità e nella donazione genetica… Fine della scena della storia, fine della scena del politico, fine della scena del fantasma, fine della scena del corpo – irruzione dell’osceno. Fine del segreto – irruzione della trasparenza (…)
L’era del politico fu l’era dell’anomia: crisi, violenza, follia e rivoluzione. L’era del transpolitico è l’era dell’anomalia: aberrazione senza conseguenza, contemporanea all’avvenimento senza conseguenza. L’anomia è ciò che sfugge alla giurisdizione della legge, l’anomalia è ciò che sfugge alla giurisdizione della norma (la legge è un’istanza, la norma è una curva, la legge è una trascendenza, la norma è una media). L’anomalia si presenta in un campo aleatorio, statistico, un campo di variazioni e di modulazioni che non conosce più i margini né le trasgressioni, caratteristiche di quello delle legge, dato che tutto è inghiottito nell’equazione statistica e operativa. Un campo talmente normalizzato che l’anormalità non vi ha più posto, foss’anche sotto le specie della follia e della sovversione…
da J. BAUDRILLARD, Le strategie fatali, Feltrinelli 1984 (!)
Orpo! era dall'università che non leggevo il baudrillard! Ma secondo lui, bisogna o no fare le primarie? Se c'è l'anomia per me vuole dire che bisogna correre da soli.
Ecco, ci mancava Baudrillard. Con le sue semplici e comprensibilissime parole si potrebbe costruire il "programma" per la tornata elettorale e sottoporlo al giudizio dei cittadini, sia che si corra "da soli" sia che si concorra alle primarie. Il risultato sarebbe in ogni caso scontato: trenta voti, anzichè trenta lettori. Ma vuoi mettere la figura da intelletuale!
Charezza, chiarezza, mi punge vaghezza di te!
Chiarezza chiarezza, mi punge vaghezza di te!
Dunque, se ho capito bene, citare Baudrillard servirebbe soltanto a ottenere una "figura da intellettuale" e non più di trenta voti alle prossime elezioni comunali.
A me la citazione è sembrata molto pertinente e chiara, individuando una radice profonda del malessere politico italiano e mondiale. Tuttavia i gusti sono gusti, anche se credo sia legittimo attendersi almeno il rispetto da parte di chi non condivide tale impressione.
Sono tra coloro che ritengono ancora che le idee siano la forza che trasforma la storia e che l'ignoranza generi i mostri. Per questo amo maggiormente la lettura di Baudrillard che quella della maggior parte dei "professionisti" della politica italiana attuale.
E sono anche convinto che su questo stiano dalla mia parte ben di più dei "trenta lettori" di questo blog.
Andrea Bellavite