La manovra economica odiosa del governo, che colpisce soprattutto il pubblico impiego e i lavoratori con libertà di licenziamento, mobilità, blocco della tredicesima, sequestro biennale del tfr, contiene anche un altro, per me non marginale, aspetto ripugnante. La soppressione delle feste civili del 25 aprile, Primo maggio, 2 giugno, festa della Liberazione, del Lavoro e della Repubblica. Esse, spostate alla domenica, perderanno di fatto ogni residua valenza simbolica. Nel contempo sono salvate invece le festività religiose. Alla faccia dello stato laico che basa la Costituzione – nata dalla Resistenza, uno dei pochi momenti politici di cui il nostro popolo può essere orgoglioso – sul lavoro e i suoi diritti! Poiché il cosiddetto risparmio per le tre festività civili è quasi nullo, il messaggio che se ne ricava è politico: cancelliamo il passato civile degli Italiani. Festeggino al massimo la Madonna Pellegrina e vi si genuflettano come nel ’48, quando il popolo appoggiò la DC anche per le improvvise apparizioni di santi e madonne che sconsigliavano gesti inconsulti come il voto a sinistra. Che tristezza! adg
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