Stavolta sembra proprio che la Provincia di Gorizia abbia gli anni contati, Gherghetta se l’è cavata per un pelo… Ma sarà proprio così, o meglio, è questo il “problema” di stasera?
No di certo, ecco qualche impressione a caldo: checché ne dica Di Pietro, la manovra di 45 miliardi di euro contenuta nel Decreto Legge e presentata stasera da Berlusconi e Tremonti, appare anche a prima vista iniqua e con ogni probabilità inefficace.
Iniqua perché la fine di un nugolo di detrazioni fiscali colpisce ancora soprattutto i più deboli, coloro che avevano subito già i più pesanti “tagli” nella “manovrina” di inizio luglio; inefficace perché non contrasta la gigantesca evasione fiscale che tuttora domina in Italia (senza scomodare il numero spropositato di Grandi Evasori, chi non si è mai sentito dire da dentisti, oculisti, idraulici, ristoratori, ecc.: un tot senza fattura un tot in più con fattura?). Che poi la soluzione di tutto stia nella privatizzazione dei servizi pubblici è tutto da dimostrare, anzi, le esperienze finora attuate portano in generale a una più che giustificata diffidenza. La realtà è che la diminuzione drastica dei conferimenti agli Enti Locali renderà assai difficile la gestione del “locale”, soprattutto per ciò che concerne il settore del welfare territoriale, ovvero le politiche più direttamente a contatto con il disagio dei cittadini. Chissà come farà la Lega a sostenere contemporaneamente il federalismo e i tagli drastici ai settori più federali della vita amministrativa italiana? Intanto anche all’interno del PdL qualcosa si muove se Alemanno da una parte e Formigoni dall’altra definiscono la manovra con l’inequivocabile termine “iniqua”.
Di Pietro è l’unico che parla di “luci e ombre” e si dice soddisfatto del taglio delle Province (sotto i 200mila abitanti, cioè sì e no una decina compresa naturalmente quella di Gorizia che rientra nelle top five) e “di circa 50mila posti della politica” (il virgolettato è di Berlusconi). Tutto ciò sarà possibile “solo dopo la rilevazione del Censimento 2011” e “per chi sarà votato dopo la scadenza delle attuali amministrazioni”: ciò significa che la riduzione dei costi non sarà relativa ai prossimi due anni ma – peraltro sembra assai improbabile che il tutto vada in porto così come è stato detto stasera! – ben più avanti, il che non ci azzecca molto con il pareggio di bilancio entro il 2013.
E’ evidente che se da una parte è ovvio che prima o poi agli scandalosi privilegi dei parlamentari e consiglieri regionali bisognava porre mano (a quando il turno dei dirigenti nelle amministrazioni pubbliche?), dall’altra non è questo il punto determinante per un futuro sostenibile del Paese. Che è invece la lotta senza quartiere all’evasione fiscale, una politica di investimenti finalizzata a rimettere in movimento i settori produttivi da troppo tempo paralizzati, un ridimensionamento dello Stato sociale in grado di ridare fiducia ed energia di cambiamento a tutti i cittadini, un progetto teso ad evitare gli sprechi – si veda nel macro il Ponte sullo Stretto la cui sola progettazione è costata all’Italia molti miliardi di euro; nel micro i milioni di euro investiti negli “ascensori goriziani” che costeranno qualcosa come circa 100mila euro ogni metro di dislivello oltre ai costi di gestione che graveranno su tutti i goriziani.
No, a prima vista questa manovra è proprio l’opposto di una Robin Hood tax, qui non si prende ai ricchi per dare ai poveri, ma a fronte dei frammentari sacrifici richiesti ai ricchi e straricchi si continua a “prelevare dalle tasche di tutti gli italiani” (come ha ammesso un inedito Berlusconi realista che pur di non lasciare lo scranno dichiara esattamente l’opposto di ciò che ha detto fino all’altro ieri). Insomma, si prospettano tempi duri per tutti, l’autunno sarà lungo ben più di una stagione…
le province ed i comuni, le auto blu e i pranzetti mi interessano ma relativamente. La libertà di licenziare, le pensioni, il tfr che non viene dato se non dopo due anni, la fine del contratto nazionale ancora e molto di più. Forse, come dice il lettore, devo chiedere ospitalità, con la corte dei miracoli, alla federazione della sinistra.