25 immigrati trovati morti l’altro ieri in una carretta del mare, la maggior parte per soffocamento alcuni a causa di percosse; più di cento morti annegati ieri al largo della coste libiche, addirittura si parla di mancato soccorso da parte della NATO.
Una guerra misteriosa che si combatte da mesi in Libia: non se ne sa nulla se non che la gente muore uccisa dai Gheddafiani (che tra l’altro sembra riempiano a forza le navi più scassate per inviare migliaia di poveracci in Europa – missile che crea ben più sconquassi di quello sparato contro la nave italiana), uccisa dai cosiddetti “ribelli” che ancora nessuno ha capito bene chi siano, uccisa dai bombardamenti Nato – con la partecipazione dell’Italia – gli obiettivi dei quali non sono chiari neppure ai “vertici” politici e militari (ma ci sarà ben qualcuno che guadagna qualcosa in questa carneficina che non “riscalda” neppure le deboli risorse dei movimenti nonviolenti?).
A dieci chilometri da Gorizia c’è un Centro di Identificazione ed Espulsione dal quale provengono notizie allarmanti, ma nessuno può verificarle perché ai giornalisti è vietato l’accesso e ai politici è richiesta una consistente anticamera; c’è anche un Centro per Richiedenti Asilo, dove si parla di soprusi e addirittura di violenze che non possono essere adeguatamente accertate per l’intrinseca fragilità degli “accolti” dal punto di vista giudiziario.
In Regione non viene raggiunto l’accordo sui diritti dei lavoratori del cosiddetto comparto unico: “non c’è il milione necessario” si dice – e nel contempo si stanziano 950mila euro per le “gabine” e il sempre più improbabile completamento degli ascensori da piazza Vittoria al Castello di Gorizia.
Centro destra e centro sinistra fanno a gara per “bere” la già riuscita a Genova identificazione squalificante tra “No Tav” e “black block” pur sapendo bene che le ipotesi alternative all’alta velocità in Val di Susa non sono neppure state prese in considerazione. Viene nel fratempo ventilata in Slovenia la costruzione di ben tre nuovi impianti idroelettrici sull’alto corso dell’Isonzo, anche a Gorizia qualcuno insiste ancora sulla diga a Straccis: è la fine della storia del “più bel fiume d’Europa”? del più importante “campo” di rafting e delle più rinomate scuole di kaiak? dei campeggi attorno a Caporetto e del turismo da mezza Europa?
E non siamo ancora “indignados”…
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se non ci battiamo questa è la dura realtà
Paolo