Il cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana da Madrid denuncia giustamente l'”impressionante evasione fiscale esistente in Italia”. La Chiesa cattolica a parole si dimostra sensibile a questi problemi, ma in pratica:
a) non ha mai rinunciato alle esenzioni fiscali (enormi) delle quali tuttora gode;
b) riceve la quota dell’8 per mille non in base alla percentuale di contribuenti che “firmano” per essa bensì all’intero gettito: in altre parole se il 50% dei cittadini esprime una preferenza e il 90% di essi sceglie la Chiesa cattolica quest’ultima si prende il 90% del tutto, compreso quello del 50% di non firmatari;
c) non esiste alcun obbligo fiscale relativo alle “prestazioni” di tipo religioso e alle offerte dei fedeli (S.Messe, matrimoni, funerali, ecc.).
Si potrebbe continuare a lungo, tuttavia si pensi quanto più ascoltate potrebbero essere le giuste parole anti-evasione fiscale del Bagnasco se fossero accompagnate da (piccoli) segni quali la rinuncia ai privilegi appena esposti…
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