Ho letto diversi giorni dopo il commento che Dario S. ha fatto sul brano di Baudrillard riportato da Andrea, ma voglio intervenire perché ritengo che possa aprire interessanti approfondimenti. Non intendo ,sia ben chiaro, fare la parte di chi si erge a interprete o maestro semplificatore delle idee o teorie altrui , di questo o altri autori, ma mi preme sottolineare una questione che ritengo molto importante, relativa agli effetti devastanti dell’appiattimento culturale e politico che stiamo vivendo da una ventina d’anni in particolare, dovuto a un sistema *politico funzionale alle logiche dei partiti e delle loro, pur diverse, logiche di potere. Mi riferisco al riduttivismo conseguente alla semplificazione della complessità della politica (con i suoi infiniti problemi* sociali,economici, cul-
turali, differenziati secondo classi, ceti, strati, settori,gruppi, movimenti). Una politica totalmente separata ormai dalle tematiche e problematiche specifiche riguardanti le trasformazioni culturali, relazionali e comunicative (a cui un tempo la sx dedicava grande attenzione), ridotta ai grandi e sostanziali problemi della governabilità-governance, maggioranza e minoranza, bipolarismo e avvicendamento. Mi rendo conto di semplificare ma al solo scopo di sollecitare, provocare ciò che manca da tempo appunto, confronto e dibattito sulla società che cambia, senza delegarla ai partiti, agli “esperti”, agli stessi intellettuali cattedratici. G. Debord nella sua Società dello spettacolo considerava tra l’altro che: -Lo spettacolo,compreso nella sua totalità, è allo stesso tempo il risultato e il progetto del modo di produzione esistente. Non è un supplemento del mondo reale, la sua decorazione aggiunta in più, è il cuore dell’irrealismo della società reale; –e ancora- Lo spettacolo non è un insieme di immagini, ma un rapporto sociale fra persone, mediato da immagini. – e – Lo spettacolo non può essere compreso come l’abuso del mondo del vedere, il prodotto delle tecniche di diffusione di massa delle immagini. E’ piuttosto una Weltanschaung divenuta concreta e operante,materialmente tradotta. E’ una visione del mondo che si è oggettivata.- Consumismo, massmedia, società dell’immagine e del virtuale, della rappresentazione ecc. ecc., sono da tempo entrate nel linguaggio quotidiano per intendere lo stravolgimento delle relazioni sociali e dei valori base delle relazioni umane, educative, formative, civili; a tal punto sono entrate da essere ridotte a banali e scontate locuzioni, quasi slogan, per intendere ormai tutto meno ciò che concretamente significano e comportano nel vivere quotidiano, con tutti gli effetti devastanti che ne derivano. Tutto ciò ormai rappresentando secondo taluni non più un reale (già di per sé così complesso) ma un mondo “iperreale”, effetto di un reale talmente declamato e conclamato reiteratamente per anni,senza alcun legame con l’esperienza delle persone vive, da essersi alienato il reale che lo determina. Una politica senza progetti,ideali, valori e completamente avulsa dalle pratiche sociali, culturali, civili dei cittadini, che si parla addosso nel palazzo (comprensivo di massmedia,sistema comunicativo,culturale e formativo) “della realtà sociale e suoi problemi” non fa che reiterare un’alienazione sociale non più di uomini e cose, relazioni e conflitti, ma di terribili simulacri. Simulacri di tutto ciò che il mondo reale è fatto compresi gli stessi bisogni, desideri, aspirazioni, frustrazioni, pratiche di vita. Di tutto ciò non serve parlare appunto, tutto è stato già scritto, detto e ridetto. Basta citare il grande fratello e si è aggiornati. L’esperienza e l’esperire? Cheee!!??
* Sistema (dal vocab.)= Pluralità di elementi coordinati tra loro in modo da formare un complesso organico …allo scopo di servire a una data operazione –
* Intendendo tutto ciò che l’umana specie deve affrontare per soddisfare bisogni e desideri. Il dramma umano insomma.
Vanni Mancini
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