E’ stata significativa la conferenza stampa con la quale ieri gli esponenti della coalizione di centro sinistra “pro primarie a Gorizia” hanno presentato il manifesto programmatico e i nomi dei primi candidati. Si tratta di un gruppo molto unito che ha più volte sottolineato il valore di un’unità d’intenti fondata su chiarezza di idee e di progetti e non su mere strategie elettoralistiche.
Dietro all’apparente serenità e sicurezza, non sarebbe giusto negarlo, c’è la preoccupazione che tutto l’intenso lavoro di collegamento portato avanti finora possa essere messo in discussione da chi non ha mai partecipato al percorso. Si ha l’impressione che la partita non si stia giocando sul campo bensì dietro le quinte, dove ignoti tessitori sviluppano le loro trame in un intenso chiacchiericcio che coinvolge “quelli che la sanno lunga” escludendo gli “ingenui” che discutono alla luce del sole.
Tutto questo non aiuta i cittadini a valutare con serenità, ma suscita l’impressione che la casta si difenda non soltanto con i costi ma anche con i posti della politica: minacciati, questi ultimi, da una politica fondata sulle certezze progettuali, sulla valorizzazione delle autentiche competenze e non sulla distribuzione delle prebende.
In altre parole se veramente Collini – il cui nome aleggia evanescente in quasi tutte le riunioni politiche del momento – vuole rappresentare un volto nuovo della politica locale, deve smarcarsi quanto prima dai poteri forti che lo sosterrebbero: si presenti alle primarie con le idee e le proposte che ritiene più consone, faccia finalmente i nomi di chi lo ha coinvolto. Sarà accolto bene dalla coalizione, ma si svincoli dalle trame nascoste e scopra le sue carte.
Non si sta giocando una partita di briscola dove si vince quando si fanno i motti senza essere visti dall’avversario; si sta determinando il futuro di una città che merita amministratori onesti, appassionati al bene e ai beni comuni, pronti ad abbattere i muri che ancora dividono la stretta cerchia di “chi sa” dal popolo dei più costretti sempre a credere obbedire e subire.
Rispondi