Romoli non partecipa alla manifestazione contro i tagli agli enti locali previsti dalla recente correzione alla manovra finanziaria. Sostiene in sostanza che non ha senso protestare quando si fa parte di una Regione a statuto speciale, come se ciò che accade nel resto d’Italia non debba interessare i “privilegiati” e se il Friuli Venezia Giulia non risulti in alcun modo penalizzato.
Come negare una coerenza adamantina – più papista del papa – in tempo di Governo nazionale e regionale di (Centro) Destra? E’ una coerenza che fa a pugni con la tutela del bene comune di tutti i cittadini e le cui conseguenze si faranno sentire ben presto, quando le risorse disponibili saranno minime e le esigenze – soprattutto ma non solo nell’ambito welfare – saranno sempre più pressanti.
Perfino il suo collega – di ruolo e di partito – Alemanno ha intuito le nuvole oscure che si addensano sui Comuni italiani e si è addirittura presentato come capofila di un movimento di protesta contro le scelte dell’esecutivo “amico”. Ma forse il sindaco di Roma e tutti gli altri sindaci o amministratori che sono scesi ovunque in piazza non hanno interpretato il loro compito come quello di “amministratori di condominio” (il virgolettato cita Romoli), ma di politici preoccupati per il futuro dei propri municipi.
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