Geniale la difesa di “Er Pelliccia”, il giovane che “non farebbe male a una mosca” secondo il padre, immortalato nella foto che lo ritrare mentre lancia un estintore contro i carabinieri durante i gravi disordini a Roma: “ho lanciato l’estintore perchè intendevo spegnere l’incendio”. Che dire? Se i parlamentari onorevoli italiani di Pdl e Lega hanno avvalorato la tesi che la Ruby “Rubacuori” era la nipote di Mubarak e che il Silvio nazionale ha evitato una crisi internazionale con l’Egitto telefonando in questura a Milano e facendo pressioni per l’affido della minorenne a Nicole Minetti, consigliera regionale del Pdl in Lombardia, e alla sua amica ballerina brasiliana, perchè meravigliarsi se “er Pelliccia” afferma di aver voluto spegnere l’incendio con il lancio dell’estintore? Non ha forse affermato il Cavaliere che pagava Ruby perchè non si prostituisse? E il ministro degli esteri Frattini non ha forse minacciato di citare in giudizio i quotidiani La Repubblica e Il Fatto Quotidiano affermando di non aver mai frequentato Lavitola duante incontri ufficiali, peraltro subito smentito da foto e filmati prodotti dal governo albanese che lo ritraggono in stretta compagnia e vicinanza con il faccendiere editore dell’Avanti? Dunque, perchè mai biasimare “er Pelliccia”: se la logica del”assurdo vale per Berlusconi perchè non deve valere per un devastatore?
Questi sono i lasciti velenosi di quasi un ventennio di berlusconismo, lasciti che permarranno nella società italiana anche dopo la decrepita decadenza del Cavaliere e – nel contempo – lasciti che hanno caratterizzato una intera classe politica e livello nazionale e a livello locale. E sarà con questi che poi, alla fine, bisognerà fare i conti e senza applicare sconti sulle responsabilità politiche di una intera classe dirigente che ha portato il Paese intero sull’orlo del baratro. Un solo dato su tutti, il debito italiano dal 2001 al 2011 è passato da 1300 miliardi di euro a oltre 1900 miliardi e Pdl e Lega in questi dieci anni hanno governato per otto anni: altro che “Roma Ladrona”, qui siamo al sacco d’Italia!
Venendo poi alle questioni di casa nostra, chi dei cittadini goriziani ha mai udito in questi mesi e anni un sottile distinguo, una imbarazzata presa di distanza, un giudizio critico sulla gestione della politica economica, una preoccupata riflessione sulla sorte di una intera generazione di giovani, e via enumerando, da parte di sindaco, vicesindaco, coordinatore provinciale del PdL (per la Lega, si sa, oltre al dito medio alzato le è difficile manifestare altri giudizi) e altri politici di prima, seconda e terza fascia? Mai, niente di niente. Se non qualche mal di pancia finalizzato all’ottenimento di una mediocre visibilità con la speranza di strappare anche solo uno strapuntino al tavolo che conta. Insomma, a Gorizia piccoli Responsabili e piccoli Scilipoti: rigorosamente in sedicesimo!
A onor del vero, ora qualcosa si muove, i topi annusano l’aria e sentono che la barca del Cavaliere vacilla. E allora scoprono di non potersi più riconoscere “in un progetto in cui pur avevo creduto” e scelgono altri lidi, si defilano, si accalcano attorno alle scialuppe del “soccorso azzurro”, si costituiscono in gruppi “autonomi”, addirittura alcuni vorrebbero partecipare alle “primarie senza etichette”. Ma poichè in politica niente è impossibile, abbiano almeno il buon gusto di chiedere scusa per aver contribuito, per un ventennio, alla “dittatura (democratica) della maggioranza” e, a Gorizia, per aver govenato la città – per 12 anni negli ultimi 17 – nel suo lento declino, quando motivo di viva soddisfazione è stata la decisione governativa di sollevare dall’incarico il prefetto De Lorenzo reo, agli occhi del centrodestra goriziano, di aver intrattenuto amichevoli e non formali rapporti con la vicina Nova Gorica. Alla faccia del Gect, delle recenti asfaltature e del tanto conclamato rilancio del turismo (sempre meno 13% rispetto al 2008)!
Di tutto ciò gli elettori goriziani avranno memoria.
Dario Ledri
Non ritengo utile dedicare(perdere?)tempo per anche utili polemiche su linguaggi, terminologia, "ordini" del discorso,e probabilmente sbaglio visto che non sono poche le persone che si lasciano abbagliare dalla "linearità razionale", dalla logica sillogistica come strumento di verità (altre forme di trascendenza?). Quanta ideologia ci è campata e ci campa ancora. Sono amico dell'autore e quanto ne apprezzo la chiarezza, la competenza e l'onestà intellettuale (bastasse per dire le cose come stanno!!!), tanto lo ritengo criticabile per tanta "buona fede".
Non è assolutamente accettabile definire "devastatore" non chi quotidianamente depreda, umilia, deruba, annulla, svilisce, in mille modi le vite altrui(politici,governanti, meneger,opinionisti e giornalisti,"operatori" economici, ecc.)ma persone, anche fossero prezzolate, che possono esercitare determinate pratiche violente in un contesto di devastazione generale di chi ha potere/poteri infinitamente superiori. Non so e non credo che il problema sia di trovare epiteti o definizioni. E finitela con l'indignazione benpensante che vuol far credere che "capire" significa giustificare,tollerare,ecc.ecc. Come credere che la legge è uguale per tutti (non solo come principio costituzionale) o che i vari Draghi che "comprendono" le proteste degli indignati siano intenzionati ad essere coerenti e congruenti! Già, ma da sempre i danneggiatori delle panchine, dei lampioni, ecc. sono i"vandali". Sempre mantenendo l'indignazione naturalmente quando il ladro della mela va in galera!
Booh!
L'autore
Vanni, per favore, puoi tradurre in un italiano comprensibile quello che volevi dire con lo scritto di cui sopra?
Non capisco caro anonimo che cosa non ti è chiaro, dove il mio italiano sarebbe incomprensibile.
Vuoi essere più preciso o sei così sicuro da voler semplicemente denigrare? Contento tu! Comunque non mi sembra corretto rivolgersi a "Vanni" come persona nota e non dichiararsi.Infine:credo sia altamente alienante sostituire a franchi e costruttivi confronti diretti queste forme presunte di comunicazione (quando vanno oltre l'intervento
e un commento come implicita proposta di confronto).
Invece il discorso si capisce benissimo e io lo condivido. Ci si indigna per la volenza dei giovani, certamente inutile e quindi sbagliata politicamente, e non si dice NULLA sull'orrore della Libia, dove le solite anime belle e candide parlavano di "primavera araba" senza comprendere, anche per ignoranza, come funziona ormai la pratica delle guerre umanitarie: finta società civile prezzolata che richiama la Nato. Tutti ripudiano la violenza, ma proteggono chi applica la pena di morte e la tortura. Viva la democrazia dei nostri tempi!