Stando a quanto scrive oggi il Messaggero Veneto ce l’abbiamo fatta: Gorizia ha superato Milano e Roberto Collini sarà il quinto candidato alle primarie del centro sinistra a Gorizia!
La consultazione del 6 novembre avrebbe dovuto essere il punto di arrivo di un percorso unitario al termine del quale il centro sinistra avrebbe manifestato alla città i propri programmi e avrebbe scelto il candidato sindaco ritenuto più adatto a guidarne la realizzazione. “Avrebbe” appunto, perché in realtà così non è stato, e non per rivalità tra le sei componenti della coalizione promotrice bensì a causa dei contrasti interni al partito democratico e a sinistra ecologia libertà.
Nel primo caso si è gestita in modo poco trasparente la “lotta” per la designazione del candidato alle primarie e si è pervenuti a un esito che scontenta tutti: il segretario cittadino è stato eletto da un’assemblea e da una votazione disertata da una consistente parte di iscritti pd, che esprimono in ogni occasione il loro dissenso e l’intenzione di non sostenere l'”eletto”. Il candidato “extra pd” Collini – che afferma in sostanza di essere stato invitato a presentarsi anche da componenti importanti dello stesso partito – incassa molta simpatia a livello di quadri pd nazionali, regionali, a quanto tutto lascia intendere anche locali. In caso di “vittoria” dell’uno o dell’altro il partito ne uscirà comunque dilaniato: se passerà Collini, in vista del primo turno elettorale il pd avrà tutto l’interesse a coinvolgerlo come proprio candidato; ciò comporterà di fatto la fine del progetto politico incarnato da Cingolani, ma l’assemblea cittadina degli iscritti che hanno votato il segretario difficilmente sosterrà con grande entusiasmo il rappresentante “fatto proprio” dal dissenso. Se invece le primarie andranno a Cingolani la frattura tra le diverse anime sarà altrettanto difficilmente ricomposta e il “vincitore” per raggiungere il ballottaggio in primavera dovrà cercare a tutti i costi consensi più nelle altre forze della coalizione che all’interno del suo stesso partito.
Anche Sel ha compiuto ogni sforzo per complicarsi la vita: ha defenestrato senza molti complimenti il coordinatore che aveva gestito la presenza nella coalizione fino alla conferenza stampa di presentazione ufficiale delle primarie; ha proposto – un po’ a sorpresa – un proprio candidato, anche in questo caso portando a un’addirittura quadruplice opzione: ci sarà chi voterà per Del Ponte, chi seguirà le indicazioni del coordinatore estromesso e sosterrà con ogni probabilità il candidato pd, chi preferirà Collini, chi si orienterà verso il candidato forum o idv. Insomma, diaspora totale in una preoccupante carenza di progetti politici sostenibili per la vita della città.
L’unione slovena attende lo sviluppo degli eventi ma ormai si attende da un momento all’altro il pronunciamento che orienterà un bel pacchetto di voti quasi certamente a favore di Collini o di Cingolani; sempre che, visto il numero elevato di concorrenti, non ritenga a portata di mano il raggiungimento del quorum necessario per vincere candidando un proprio specifico rappresentante – e sarebbe il sesto!
Continua la navigazione sicura degli altri concorrenti, con il forum/federazione della sinistra uniti sulla candidatura Bellavite e idv con Valentinsig. Il rammarico di questi ultimi sta nel fatto che la coalizione avrebbe dovuto trascorrere il mese di settembre a discutere sui temi portanti della proposta del centro sinistra per il futuro del territorio goriziano e non sui problemi interni al pd e al sel.
Ma così vanno le cose e con i chiari di luna che ci si ritrova forse il forum si configura come l’unica forza in campo in grado di riaggregare – dopo il 6 novembre – tutte le componenti disperse e di non favorire ulteriormente il centro destra o il centro terzopolista in un accesso molto più facile del previsto alla poltrona su cui attualmente sta seduto Romoli.
Dopo il quinto candidato, e in attesa del sesto, non resta che dire: CHIAREZZA, CHIAREZZA … MI PUNGE VAGHEZZA DI TE!
Più chiaro di così! Partiti che non riescono a risolvere i loro problemi interni, lacerati tra parti destre e sinistre, goriziani e monfalconesi, insegnanti precari e docenti di ruolo, fanno decidere agli elettori, senza essere in grado di risolvere i loro problemi interni, chi sarà il candidato. Va bene la democrazia diretta, ma allora si sciolgano in liste civiche, che si dimostrano molto più coese e capaci di discussioni interne e costano di meno in parlamento e nei consigli regionali.