Forse a nessuno è venuto in mente ciò che Romoli oggi dichiara sui giornali, che cioè possa essere interpretata come una sua trovata pubblicitaria pre-elettorale la “spettacolare” presentazione della panchina Let’s GO e dei nuovi (lodevoli) sistemi turistici a tecnologia avanzata.
Il sistema di “visita informatica” attraverso la descrizione dei monumenti tramite digitazione di un numero sul cellulare è geniale e di poco costo: al massimo si potrebbe cercare qualche “pulce” nell’ambito dell’enfasi da “prima volta”, l’espediente è già utilizzato da tempo in molte regioni/città in Italia e all’Estero, è un vantaggio e non una iattura non trovarsi tra i primi e poter far tesoro anche dell’esperienza altrui. Tra l’altro l’idea era già inserita nella proposta di valorizzazione del Novecento goriziano avanzata e reiterata ormai da parecchi anni dal periodico goriziano Isonzo Soča…
Non è una trovata elettoralistica, bensì un’azione in pieno stile romoliano, supportata anche dallo zelante assessore alla propaganda Devetag, il quale quando dà i numeri sul turismo goriziano sembra sempre più simile al simpatico portavoce di Saddam Hussein che annunciava il trionfo dei soldati iracheni mentre alle sue spalle transitavano i carri armati americani a cento metri dalla sede della Tv.
Lo stile romoliano è uno stile paternalistico, i “sorestàns” studiano nelle “stanze alte” quale è il bene per la città, poi cercano il modo di realizzarlo e infine danno in pasto ai cittadini in-consapevoli il frutto del loro lavoro; nel caso in cui questi ultimi accettino riconoscendo il buon operato, gli amministratori dichiarano di “aver trasformato Gorizia da paesotto di confine in città europea”, nel caso in cui osino esprimere qualche perplessità sono additati come disfattisti sostenitori del “no se pòl”!
Nel caso di Let’s GO le classiche 5 W (per restare in terra inglese who? what? when? where? why?) si evincono solo dalla lettura dei giornali dato che della discussione su tutte queste belle cose non c’è stata traccia neppure in Consiglio Comunale dove il sindaco ritiene regolarmente tempo perso il primo punto all’odg dedicato alle sue “comunicazioni” (che non ci sono mai state).
Per “cambiare Gorizia” occorre che tutti si sentano molto più coinvolti nelle decisioni che li riguardano: per esempio l’immagine di piazza Vittoria e del centro cittadino non può dipendere solo dai contatti diplomatici nascosti fra emissari del Comune e commercianti della zona, occorre che tutti siano messi nelle condizioni di conoscere e di far sentire la propria voce sulle decisioni che riguardano il volto della città. Non sono sudditi da governare, neppure figli minorenni, sono cittadini con una propria dignità che deve comunque essere valorizzata e rispettata.
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Un altra questione sollevata anche questa in uno degli ultimi editoriali di Isonzo Soca riguarda la presenza di persone (di negozi aperti, di vita, di possibilità di rapporti sociali) in via Rastello e nelle altre “nuove vie” (chissà perché sto nome!).
Una considerazione semplice semplice va fatta: se si fanno centri commerciali esterni al centro (e ne abbiamo fatti: la coop di via Lungo Isonzo, il famila e tutto il resto di via Terza Armata, la Smart di Sant'Andrea ecc) allora il piccolo commercio e il piccolo artigianato, le piccole economie locali, i rapporti sociali fra i cittadini del centro città vengono distrutti. Sono anni e anni che a Gorizia si fanno scelte urbane (e urbanistiche) sbagliate. Scelte che purtroppo sono ancora in piedi: la funicolare al castello, ancora ma ancora (!!!) altri due grandi centri commerciali (via Terza Armata e via Boccaccio), i parcheggi multipiano, il McDonald fuori città, nuove residenze fuori città anche queste, mentre ci sono in centro tanti edifici e alloggi vuoti, abbandonati.
Inventare oggi una migliore qualità della vita e un aumento del turismo perché si sono pedonalizzate due vie del centro è davvero non vedere più in là del proprio naso. La crisi esiste e non può essere risolta da chi l'ha provocata. il mondo cambia e ha bisogno di una nuova politica urbana (e urbanistica).
Occorre cambiare: il primo passo, domenica 6 novembre.
ps