Milioni di persone in tutto il mondo oggi hanno espresso la loro indignazione. Gran parte di esse sono giovani e dichiarano di non starci bene in una crisi planetaria della quale non sono responsabili e che non offre loro molte prospettive di futuro. In alcuni casi, come a Roma, purtroppo la protesta è stata vanificata dal “metodo Genova” con l’intervento dei “soliti” black blok a seminare insensata violenza e a rubare la scena a un grande corteo tanto serio e pacifico da strappare un plauso perfino al sindaco di Roma Alemanno. Certo che la compagnia parlamentare pdl/lega ha ben poco da rimproverare ai manifestanti dopo l’ultima tre-giorni governativa: che altro resta da fare se non indignarsi di fronte alla permanenza di Berlusconi a palazzo Chigi nonostante la contrarietà dell’intero Paese (esclusi gli ormai pochi pretoriani superstiti)? A lui probabilmente non interessa nulla di ciò che sta accadendo, non ha ancora dichiarato niente, neppure la solidarietà con chi sta cercando di mantenere l’ordine espressa in queste ore da tutte le forze politiche e sociali della Capitale. L’in-coscienza del premier al tramonto è benzina sul fuoco della rabbia e del senso di impotenza crescenti in Italia e ovunque. Solo un consapevole passo indietro potrebbe ripristinare un clima di confronto democratico e suscitare la speranza che l’indignazione di oggi possa trasformarsi in concreta proposta politica domani. Ma quelli che stiamo vivendo non sembrano tempi di facile ottimismo…
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