Le primarie non sono un dogma, sono un mezzo e non un fine. Così in un articolato interessante commento al post precedente. E’ vero, molti partecipanti all’esperienza del Forum per Gorizia lo hanno sempre sostenuto, anche in tempi lontani.
Allora, perché si è deciso di aderire, dopo un approfondito confronto interno al termine del quale si è votata la partecipazione?
Perché si è ritenuto che l’attuale sistema politico può uscire dalle “secche” soltanto ritrovando un’efficace e costruttiva dialettica fra le forme partecipata e rappresentativa della democrazia. Nel caso specifico di Gorizia si è verificata una singolare convergenza programmatica, espressa dal “manifesto” sottoscritto dai candidati; e si è realizzata anche una situazione particolarmente favorevole dal momento che i quattro “in lizza” sono persone che si conoscono, apprezzano e stimano da lungo tempo. Ovvero si sono realizzare le condizioni necessarie e sufficienti per ricostruire, attorno a chi vincerà le primarie, quell'”unità nella diversità” che il centro sinistra deve perseguire e che ha ottenuto grandi risultati nelle recenti esperienze di Torino, di Milano e – in parte – di Trieste.
Per questo la questione è davvero delicata, perché chi sarà sindaco dal 2012 dovrà affrontare problemi molto difficili e non potrà certo abbindolare l’elettorato con promesse mirabolanti e irrealizzabili; sarà chiamato a coinvolgere le cittadine e i cittadini nell’impresa di ben governare anche in situazione di taglio delle risorse e di sempre più drammatica crisi economica. Per riuscire nel suo obiettivo chi sarà eletto non potrà mai più basare la propria capacità amministrativa sull’appeal (c’è chi non ne può più dei “personaggi” che detengono il Potere confidando nell'”appeal”); dovrà invece umilmente essere “primus inter pares”, accogliendo il sostegno organizzativo dei partiti insieme all’entusiasmo ideale dei movimenti di base.
I “40 metri di vantaggio” sono un espediente giornalistico, come pure “l’asticella a quota 2000 voti”: ciò che si vuole intendere è che ci si trova in una competizione particolare nella quale solo una massiccia partecipazione alle primarie può scongiurare da una parte il voto “bulgaro” di stampo “partitista”, dall’altra la diaspora “movimentista” che ha già penalizzato abbastanza il centro sinistra.
Il candidato che vincerà le primarie sarà sostenuto con lealtà dagli altri, ciascuno di essi offre convinta garanzia del rispetto delle linee programmatiche e dell’impegno costruttivo di unità all’interno della coalizione. Ma ha appunto bisogno di una legittimazione forte da parte degli elettori: per questo ci si impegna affinché le primarie non siano un gioco bensì un molto serio primo passo verso il cambiamento di Gorizia.
per questo l'auspicabile secondo confronto dovrebbe entrare nel merito dei problemi della città. Proprio perchè bisogna affrontare questioni quanto mai concrete.chi ha visto la spianata di cemento armato sul colle del castello? Cosa si intende fare per il problema dell'ascensore? E per i lavori pubblici che ricoprono di case una città in declino? Che idea si ha del welfare? Quante donne staranno in giunta? Come si intende procedere per gli assessorati? Insomma va bene la stima e l'affetto, ma poichè i candidati sono più di uno vuol dire che le priorità sono diverse e prima emergono pubblicamente meglio è.
in realtà nei programmi le differenze ci sono e sono grandi: che vengano fuori!