Martedì scorso all’auditorium di via Roma la ASS2 Isontina ha presentato la propria carta dei servizi 2011. Quasi tutti i presenti erano appartenenti all’azienda, mentre erano pressoché assenti molti dei destinatari del documento, ovvero i cittadini e tra essi i sindaci della provincia. Un segnale questo che conferma la cronica mancanza di consapevolezza di alcuni primi cittadini isontini che in tema di sanità continuano a non essere protagonisti attivi della tutela della salute delle loro comunità.
D’altra parte anche le parole del direttore generale dell’ASS2 hanno suscitato qualche perplessità; aldilà di uno scontato richiamo alla centralità della persona (la sanità, e quella pubblica in particolare, quale altra priorità dovrebbe avere?) poco o nulla è stato detto riguardo alle criticità della situazione dell’azienda, al procedere della logica dell’area vasta, alla innegabile condizione di disagio dei malati e del personale. Non sono stati presentati piani di sviluppo per il futuro capaci di risollevare una situazione di grave crisi gestionale e motivazionale. E l’assenza del preannunciato presidente Tondo è risultata in sintonia con tali silenzi.
Si è invece sottolineata ripetutamente una collaborazione con le associazioni di volontariato nella stesura del documento che è cosa però ben diversa da un vera partnership progettuale ed operativa. D’altra parte è stato apprezzata l’insistenza su un nuovo rapporto con il territorio, da ben più di un decennio un vero tallone d’Achille per l’azienda. A tal proposito non si è potuta non notare l’assenza di responsabili dell’ambito basso isontino, mentre per l’alto isontino l’assessore Romano, insieme al presidente della provincia Gherghetta, ha lasciato intendere che tutto va splendidamente…
Per quanto riguarda la carta dei servizi, strumento che in altre amministrazioni è considerato elemento dovuto e ordinario, va segnalata la presenza di significative omissioni. Dalle pagine patinate in duplice copia (italiano/sloveno) si evince che nell’Ass2 non vi sono punti nascita e neppure l’hospice. Per entrambi questi servizi nemmeno una riga, forse si è preferito farli scomparire, almeno sulla carta.
La pubblicazione descrive poi una situazione di scelte che suscita qualche interrogativo. Ad esempio lo spostamento della pneumologia dal settore ospedaliero a quello territoriale garantirà gli stessi servizi? Sarà possibile effettuare – per fare un esempio concreto – una broncoscopia, con la necessaria assistenza di un anestesista o si verrà prenotati dalla struttura territoriale ma inviati, per effettuare l’intervento, a Trieste?
Il documento non sembra tenere inoltre conto di un orizzonte di mutamenti significativi (in peggio) per i cittadini quali, ad esempio la chiusura del servizio vaccinazioni a Gradisca e Cormons.
Tutta la cerimonia ha dato l’impressione di una certa autoreferenzialità, sorvolando su una crisi evidente della sanità goriziana e su una necessaria riflessione intorno a dove essa stia andando. Forse è prioritario pensare a un nuovo modello di sanità che si lasci alle spalle obiettivi lontani dalle esigenze della popolazione, che chiarifichi il rapporto tra istituzione pubblica e privato sociale, che identifichi chiaramente compiti e condotta di chi appartiene alle istituzioni pubbliche e di chi appartiene a altri settori, che si sviluppi in base alle esigenze della comunità civile. In fondo – ne sono convinto – lo stesso Basaglia sarebbe contento più che di essere celebrato, di veder rinnovarsi una riflessione che metta in discussione profondamente l’istituzione sanitaria per renderla più umana oltre ed efficace.
Bernardo De Santis
mah, non hà più senso essere cittadini italiani onesti nel pieno rispetto delle regole, vedo che non hà più senso essere onesti al 100%
in italia è tutto da rifare, intendo ripartendo da zero, ci son molte leggi da cambiare,alla fine le classi che pagano sono sempre le famiglie italiane
io sò che ci sono molti ricchi in italia che evadono le tasse, i cosiddetti potenti.
perchè su codesti non vengono esercitati alcuni controlli ???
mettiamo nero su bianco.
in italia a pagare sono sempre le fasce più deboli, intendo a livello di reddito, vengono spremuti con le tasse fino al midollo.
………..e le classi ricche se la godono e vivono da imperatori.
ITALIA…………………come sei caduta in basso………………non ti riconosco più.