La porta d’Italia fa molto discutere, come è naturale: c’è chi gradisce, chi non apprezza, chi ironizza… E’ un elemento nuovo che si inserisce nel paesaggio goriziano, e questo è già di per sé un dato positivo. Forse sarebbe stato più significativo costruire qualcosa proprio sull’antico confine, magari con i colori dei due Stati e realizzare una “porta in Europa”. Ma non è il caso di sottilizzare troppo, un’opera d’arte è sempre un’opera d’arte e diventa proprietà di ogni “visitatore” che ha il diritto di aggiungere a essa il proprio parere.
Meno entusiasmante – almeno per ora – la “porta di Gorizia” ovvero la galleria Bombi: l’immagine con i rifiuti si riferisce al famoso parcheggio di via Giustiniani, da cinque e più anni “provvisoriamente non a pagamento”, l’altra allo stato di degrado del corridoio ciclopedonabile nel tunnel. E’ vero che se ogni cittadino non gettasse per terra pacchetti di sigarette, cartacce, perfino indumenti intimi… la città sarebbe ben più pulita; tuttavia, in attesa della fine del restauro – prevista, come per altre opere, nell’imminenza delle prossime elezioni comunali – una buona pulizia sarebbe proprio necessaria.
Anche perché sempre più cittadini lamentano la proliferazione dei topi e delle pantegane – “lunghe come il mio braccio”, affermava proprio ieri un esercente del centro. E su questo punto, come insegnava Camus nella “Peste”, c’è poco da scherzare!
la porta mi sembra soldi buttati via e basta, anche perché peggiorerà: gli archisaranno due, mi pare. Spesa doppia, sicura!
Le immagini della galleria Bombi e parcheggio limitrofo, sono esemplari ma non esaustive.
Purtroppo, quando ci abituiamo di vedere i rifiuti abbandonati, non ci facciamo poi più caso. Inoltre, la vegetazione un po' alla volta, copre i rifiuti e non si vedono più. Ma ci sono e rimangono per … anni (se non sono degradabili naturalmente), fin quando qualche associazione di volontari organizza una campagna di pulizia.
Le immagini sono esemplari ma non esaustive: si possono trovare altri spunti fotografici, per esempio, lungo via J. Kugy al margine del parco del Seminario (parco, tra l'altro, in un pietoso stato di abbandono), lungo la riva sinistra del fiume Isonzo proprio nel parco medesimo in località Campagnuzza, all'interno del parco recintato di proprietà della Fondazione Coronini – villa Frommer – in via Montesanto (lo sport diffuso è il lancio all'interno di sacchetti di immondizia non riciclata, ovviamente…). Si noti che questi citati sono dei parchi, luoghi che avrebbero tutt'altra funzione che quella di catalizzare i rifiuti, ma questo è il quanto.
Il nostro senso civico sta diminuendo – besta vedere come sono pieni di rifiuti casalinghi i piccoli cestini del rifiuti posti lungo i marciapiedi. Non si pensa quante risorse vengono sprecate per le pulizie e ripristino, invece di utilizzarle per scopi più utili e fruibili.
Quanto descritto lo si può "ammirare" solo andando in bici o meglio a piedi, in quanto dal finestrino di un'automobile non si potrebbe apprezzare!
Un'altra considerazione riguarda anche come si presentano gli ingressi in città al visitatore e potenziale turista. Tutti gli ingressi in città non hanno alcuna indicazione di che cosa si possa trovare in città, in altre parole non c'è alcun punto di informazioni o "info-point", che sia un tabellone, una struttura con all'interno un monitor con le informazioni, un distributore di depliant che indichino luoghi da visitare, dove mangiare, bere, dormire. Ma per far questo, prima sarebbe necessario curare anche l'aspetto dell'ingresso, primo fra tutti proprio quello dove si stanno sistemando gli archi, quello che viene chiamata rotonda di Sant'Adrea. Da una bella impresione a chi scende dalla rampa per andare verso il centro città ciò che vede?
Nevio Costanzo