Ed ecco l’inaugurazione del nuovo impianto foto-voltaico presso l’autoporto di Sant’Andrea; ecco svelarsi il progetto E-Cube per lo sviluppo delle energie rinnovabili; ed ecco, accanto alle espressioni di legittima soddisfazione, le parole del sindaco Romoli che evoca la prospettiva di nuovi e ambiziosi accordi con l’area slovena limitrofa per portare Gorizia all’avanguardia nel campo della “green economy”. Un’espressione che vi ricorda qualcosa? Non forse il distretto “verde” proposto nella recente campagna alle primarie dal candidato del centro sinistra risultato vincente?
Insomma, il “primo cittadino” sta avviando la sua personale campagna di promesse ma anche di partecipazione all’inaugurazione di molteplici opere che stanno effettivamente rinnovando la città: il suo protagonismo – inatteso in tali proporzioni – lo porta a sposare in parte le antiche idee dei suoi oppositori, sia dando forma a progetti rimasti in precedenza troppo tempo sulla carta, sia facendosi paladino di “imprese” che fino a qualche anno fa sembravano appannaggio di altri. Soltanto per portare qualche esempio: la fine dei lavori nel (bel) centro storico e la pedonalizzazione di Corso Verdi, l’asfaltatura di molte strade da decenni ridotte in stato pietoso, la facoltà di architettura, il ventilato trasferimento delle attività dell’industria Pipistrel, il centro stampa di Piccolo e Messaggero Veneto, il Gect – di fatto e al di là delle legittime perplessità sul come e sul cosa – come primo concreto strumento operativo delle relazioni con i Comuni sloveni limitrofi, il sostegno alla causa delle energie alternative…
Ammesso che si candidi alla riconferma, Cingolani e company sono chiamati a una svolta importante, fuori dalle logiche degli slogan pre-elettorali: non affannarsi a contrastare tali “successi” o a rivendicarne la paternità (la gente non sottilizza, chi vince vince chi perde perde, anche se con buoni risultati!); piuttosto è necessario e urgente domandarsi perché un goriziano dovrebbe votare per il centro sinistra piuttosto che per il centro destra (o meglio, per Cingolani invece che per Romoli)? Quali posizioni evidentemente diverse da quelle “romoliane”? Dove prenderlo “in castagna” relativamente all’amministrazione di questi ultimi cinque anni?
Così, a prima vista, difficilmente ci si potrebbe smarcare se non prendendo delle molto chiare – se necessario anche apparentemente impopolari – posizioni rispetto ai suoi evidenti (probabilmente anche a lui) “punti deboli”: la composizione “politica” di una Giunta molto traballante, gli ascensori al castello, la deficitaria politica del “parco culturale”, l’incapacità di risolvere i problemi anche relativamente semplici del welfare senza ricorrere alla stampella del privato sociale, la rivendicazione del “punto nascita” non accompagnata dall’insistenza sull’urgenza dell’assistenza territoriale, le condizioni tremende del porfido davanti a sant’Ignazio, la cementificazione del sottosuolo e il parco commerciale urbano di via Boccaccio, il parcheggio di via Manzoni, il mai decollato piano per le piste ciclabili, la ridicolizzazione del ruolo del Consiglio Comunale e della democrazia partecipata, il tracollo demografico, la perdita di molti centri nevralgici della vita cittadina a favore di altri capoluoghi regionali, il fallimento delle politiche nell’ex zona franca con benzinai e tabaccai in ginocchio, la “dimenticanza” degli spedizionieri e lavoratori sul confine, la riduzione delle politiche giovanili a questioni relative ai soli divertimento e schiamazzi, la mancanza di contatti non formali e mai favoriti in questi ultimi anni tra le popolazioni della Gorizia nuova e vecchia, la fine della redazione del Messaggero Veneto. E così via: è indispensabile anche una strategia comunicativa in grado di sottolineare le carenze e soprattutto di far comprendere le proposte come realmente alternative, ma anche (e soprattutto) effettivamente e concretamente realizzabili.
Non si poteva dire meglio sulle mancanze della giunta romoli. insisterei molto sulla debolezza totale della giunta che è praticamente scomparsa dalla scena pubblica, sulle politiche culturali dove all'interno della rivista Isonzo Soca si va delineando il cartellone sintetico della gorizia-nova gorica del 900,con il prezioso contributo dei dott. Gallarotti e Ziberna, oltrechè Martina, e Malnic, lavoro che però doveva essere portato avanti dal Comune in prima persona, mentre la commissione si è riunita tre volte in 4 anni. Per il museo di s. chiara buio totale. Chi e come lo gestirà e cosa ci metteranno dentro? Vuoto totale. Lo inaugurano e poi sarà probabilmente chiuso a data da destinarsi. Dunque in sintesi: idee zero su quel settore che dovrebbe trainare la città e cioè quello turistico-culturale.
Cormons ha fatto più e meglio (con pochissime risorse) di Romoli. Nei settori cultura e turismo, dico.