Grandi nubi oscure coprono l’incontro di questa sera tra i quattro candidati alle “primarie” del centro sinistra goriziano.
Il cosiddetto “occidente” viene pericolosamente piegato dalla bufera finanziaria, la crisi economica e lo spettro della disoccupazione incombono; “funzionano” meglio altre economie che fanno comunque parte dello stesso sistema globale, spesso favorite soltanto dai minimi costi del lavoro “garantiti” dalla mancanza di tutele sindacali e da metodi ai limiti dello sfruttamento.
L’Unione Europea sembra mostrare in questo frangente tutta la sua debolezza: era già stata rilevata l’incapacità di trovare una posizione comune per ciò che concerne le controversie internazionali, perfino quando queste si erano trasformate in guerra all’interno dello stesso territorio del Vecchio Continente. Adesso la situazione di crisi evidenzia una situazione che se non è da “si salvi chi può” poco ci manca: l’indignazione crescente nei Paesi più a rischio (Grecia e Italia, in particolare) contro misure economiche che di fatto sottomettono qualsiasi decisione locale al parere dei “controllori” europei evidenzia un ulteriore impoverimento degli spazi di libertà concessi alla politica di ogni Nazione. E rivela la crescita di minacciosi germi anti-europeisti seminati ad arte per scardinare quello che sempre di più purtroppo viene considerato il bel sogno dell’Europa unita.
E’ da aggiungere quella che se non fosse drammatica potrebbe essere definita ridicola posizione italiana, con la disastrosa resistenza al potere di un presidente del consiglio che infanga ovunque l’immagine del Paese e che con il suo litigioso Governo appare agli occhi di tutti – perfino di gran parte dei suoi ex-pretoriani – totalmente incapace ad assumere qualsiasi responsabilità.
In questo contesto – ulteriormente aggravato dai sempre più consistenti “tagli” agli enti locali – cosa può fare un sindaco per sostenere il futuro economico e produttivo di Gorizia? Perché questa è la vera domanda che soggiace all’incontro di questa sera, al Kulturni Dom… La risposta è purtroppo molto facile, almeno per ciò che concerne interventi concreti a favore delle categorie interessate: “Molto poco!” E se qualcuno stasera si slancerà in promesse mirabolanti tutti sono autorizzati a non credergli…
L’importanza della domanda sta allora nei soggetti ai quali deve essere rivolta: non tanto ai candidati sindaco che di fatto non potranno “garantire” niente, quanto agli invitati – rappresentanti dell’industria, del commercio, dell’artigianato, dell’agricoltura, delle Università, dei sindacati, delle cooperative… – che potranno iniziare a raccontare quanto è stato finora possibile portare avanti e quanto no, a chiedere a chi amministrerà la città una fattiva disponibilità a coordinare, a bussare alle porte giuste, a porsi come capofila nelle vertenze che li interessano.
Si tratta dunque di un’ampia tavola rotonda, non di un confronto sulle idee dei candidati; l’avvio di un metodo di dialogo e di condivisione in cui ciascuno esprime e si confronta con il punto di vista e le specifiche responsabilità degli altri. Per conoscere meglio i problemi di Gorizia e per cominciare ad affrontarli insieme.
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