Mentre il presidente Napolitano denuncia giustamente come scandaloso il fatto che i bambini nati in Italia da genitori stranieri non abbiano la cittadinanza italiana, il Fvg approva le misure del “welfare padano”, che impongono severe restrizioni a chi non è residente in Italia da 5 anni e almeno da 2 in Regione: chi non soddisfa tali requisiti non può beneficiare di fondi povertà, bonus bebè, carta famiglia, alloggi Ater e assegni di studio; la norma è modificata rispetto all’originale respinta dalla Corte Costituzionale e impugnata dall’Unione Europea, essa prevedeva dapprima dieci anni in Italia o cinque in regione, poi otto o tre. E’ molto probabile l’ulteriore veto di Bruxelles, dal momento che la norma viola evidentemente il principio dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Chissà cosa ne pensano Romoli, Ceretta e company? O la Romano che se la dovrà vedere anche con il malumore dei servizi sociali del Comune stretti tra l’incudine della coscienza (come rifiutare l’assistenza proprio a chi ne ha maggiore bisogno?) e quello della legge regionale? Mah, quasi quasi glielo si potrebbe chiedere nel prossimo Consiglio Comunale…
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