Notizia straordinaria. Dopo-domani, martedì 29 novembre alle ore 18, si riunirà il Consiglio Comunale di Gorizia! L’ultima volta era accaduto il 27 settembre, quella precedente il 28 luglio; poi, a parte una piccola parentesi a fine giugno, occorre risalire fino al 20 aprile: ovvero, nella città capoluogo di provincia, il ritmo delle sedute di consiglio è diventato regolare, “una ogni due mesi”. Romoli gongola parlando di “risparmi” per le casse del Comune, il presidente del Consiglio Roldo cerca di giustificarsi affermando che “non ci sono delibere da approvare”, la “politica” cittadina vivacchia al di fuori delle sue sedi istituzionali; la campagna elettorale è vicina e alla discussione sui problemi si preferiscono le dichiarazioni alla stampa, le promesse più o meno roboanti, gli applausi della propria “piazza”.
Del resto il Roldo non ha tutti i torti, purtroppo: l’attuale normativa sugli enti locali riduce talmente le prerogative “ufficiali” del Consiglio Comunale da consentire a un Sindaco e alla sua Giunta già di per sé poco inclini al confronto democratico di considerare un’inutile perdita di tempo il passaggio consigliare. Nel segreto della loro stanza parlano, discutono (chissà, forse anche no?), deliberano; poi, per le pochissime questioni che richiedono il voto di tutti, vanno in aula, subiscono come una breve ma indolore tortura le interrogazioni per lo più dell’opposizione, presentano le delibere, ad libitum si interessano o meno alle discussioni (a volte infinitamente stiracchiate da puntigli procedurali) e infine partecipano alla collettiva “premitura di bottone” verde o rosso a seconda di ciò che dal fondo dell’aula il Valenti di turno suggerisce. Insomma, pochissimi decidono e gli altri alzano (oppure no) la mano.
Ciò che avviene da anni nei Consigli Comunali è un anticipo di ciò che accade oggi in un Parlamento peraltro da se stesso ridotto a luogo di approvazione di norme decise nel segreto del Consiglio dei Ministri e delle stanze dei bottoni europee: dal caos totale della trista (quanto lontana!) epoca berlusconiana alle idee chiare e distinte di un manipolo di iper-tecnici che stanno per presentare una manovra “lacrime e sangue” sulla quale ci sarà ben poco da discutere. Quali e quanti emendamenti il branco di personaggi eletti con il “porcellum” nella legislatura vigente con l’unico scopo di blindare il ras arcoriano potranno permettersi di proporre a un gruppo di super esperti docenti nelle più importanti facoltà accademiche europee? E cosa ci si può aspettare dai parlamentari del pd, adesso che hanno perso (e non per merito loro!) il più gettonato argomento politico, cioè che “Berlusconi se ne deve andare”? E chi oserà “staccare la spina” rischiando di essere realmente linciato da una folla sapientemente indottrinata a strafavore dell’attuale Governo dai verbi mediasettiano e debenedettiano una volta tanto stranamente alleati, sia pur con accenti diversi?
ab
a me risulta che si riunisca martedì…
a ravvivare l'ambiente, pare, qualche incursione di indignados tra il pubblico…
Hai ragione! Scusa, provvedo… E ben vengano gli indignados
ab
Il nemico da battere a livello psicologico e politico è l'idea che alla fine veramente si risparmia. Meno riunioni, meno litigi, la dittatura è la forma più economica di gestione della cosa pubblica. Il problema è che c'è poca gente che la contesta. Così romoli fa il bello e il cattivo tempo. Ben vengano tutti coloro che si indignano, purchè poi ci si organizzi in modo stabile e per tempi più lunghi, perchè le cose non promettono niente di buono.
Gli "indignati" vanno sempre bene e, se non altro, fanno colore. Ma che dire della riproposizione della equidistanza – meglio, dell'equivalenza – tra Berlusconui e De Benedetti? A quando l'equivalenza tra Prodi e Berlusconi? Ma si sa, siamo tutti "indottrinati" a sostegno dei tecnici!
dl
Io ho fatto una constatazione – gruppo Mediaset e gruppo Repubblica "una volta tanto stranamente alleati, sia pur con accenti diversi" (cioè in questo caso equidistanti e non certamente equivalenti), intorno allo specifico tema del giudizio sul governo dei tecnici – cosa centra l'evidentemente assurda "equivalenza" tra Prodi e Berlusconi?
Mi sembra del resto che i problemi non siano sollevati soltanto dalle pagliacciate della Lega, ma che anche i sindacati comincino a essere preoccupati e che la simile contingenza in Grecia non abbia evitato la ripresa di scioperi generali. In un post su un blog non si può svolgere un'accurata analisi sulla situazione e sul ruolo di Monti, Draghi e Papademos nella crisi mondiale: del resto la si possa trovare ovunque, ben illustrata da firme concordi e discordi…
Quindi oltre alla discutibile sottolineatura con la matita blu sarebbe gradita l'espressione di un parere – possibilmente non sarcastico – in merito: un'occasione per dire quello che si pensa e per offrire ai lettori qualcosa di nuovo da imparare…
ab