“Noi abbiamo oramai centinaia di migliaia di bambini immigrati che frequentano le nostre scuole e che, per una quota non trascurabile, sono nati in Italia, ma ad essi non è riconosciuto questo diritto elementare di cittadinanza, ed è così negata la possibilità di soddisfare una loro soddisfazione – che dovrebbe corrispondere ad una visione nostra, nazionale, volta ad acquisire delle giovani nuove energie ad una società abbastanza largamente invecchiata (se non sclerotizzata)”.
Martedì 22/11 mentre significativamente il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, così riconosceva piena uguaglianza fra quante/i nascono e vivono qui (come chiede la raccolta di firme della importante campagna “L’Italia sono anch’io”), nello stesso giorno la maggioranza del Consiglio regionale del FVG (Lega, PDL, UDC e altri) votava una nuova legge discriminatoria per l’accesso al welfare regionale volta ad escludere da importanti prestazioni sociali ed assistenziali chi non risiede da almeno 5 anni in Italia, di cui 2 nella nostra Regione, sia stranieri che italiani. In tal modo, anche se c’è una riduzione del numero di anni di residenza richiesti rispetto a leggi varate sempre da questa maggioranza, non si risolvono i profili di illegittimità che hanno reso necessario l’iter di modifica della normativa regionale sul welfare, così come evidenziato dai tribunali ordinari e dalla Commissione Europea.
Con questo ennesimo provvedimento demagogico non solo non si risolvono i reali problemi di vita delle persone ma si continuano anzi a spendere decine di migliaia di euro per studiare, discutere, votare e sostenere, in sede giudiziaria, norme che non stanno in piedi e sono state già ampiamente bocciate, paralizzando così il funzionamento dei servizi.
Anche la giustificazione della crisi e delle scarse risorse non può essere usata per alzare muri e steccati verso chi vive stabilmente e regolarmente, lavorando e pagando qui tasse e tributi che, tra l’altro, restano in buona parte in Regione: il “poco che c’è” va casomai usato per livelli essenziali di assistenza, senza esclusioni di tipo “etnico”, secondo principi di equità e solidarietà.
Respingiamo al mittente le accuse vergognose, lanciate nell’aula consiliare, di lucrare sull’immigrazione e le povertà lanciate verso associazioni ed enti che in Regione prestano ogni giorno la loro opera per garantire accoglienza, sostegno concreto, protezione a chiunque ne abbia bisogno senza distinzione di origine, cultura e religione; noi non ci limitiamo a chiacchierare a vanvera su privilegi e priorità etniche, sperando di lucrarvi elettoralmente.
Siamo a fianco degli Enti Locali (di diverso orientamento politico) che subiscono anch’essi l’ingiustizia e il non senso di queste norme e che nella seduta del CAL (Consiglio Autonomie Locali) del 7 luglio NON hanno dato, a larga maggioranza, parere positivo.
Ci impegniamo a fare in modo che tale legge venga compiutamente esaminata e modificata in sede nazionale ed internazionale al fine di evitare ulteriore dissipazione di fondi pubblici.
p. la Rete Diritti di Cittadinanza FVG c/o Centro di accoglienza “E. Balducci” – Zugliano 24/11/2011
Di Piazza don Pierluigi, Gianfranco Schiavone, Abdou Faye, Mariolina Meiorin, Mirella Manocchio, Toni Peratoner, Michele Negro.
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