E’ difficile immaginare Gorizia senza Andrej Bratuž. L’intelligenza e la competenza dell’artista, la sana curiosità e attenzione agli eventi del giornalista, la bontà e la serietà della persona lo hanno reso presenza insostituibile nella città di Gorizia. La sua famiglia è stata un vero compendio del Novecento: il padre, insigne musicista e uomo di alta cultura, vittima della violenza fascista; la madre, insigne testimone di una fede profonda capace di una memoria e di un perdono alla base di una profonda ispirazione poetica ed artistica; la sorella, tuttora importante punto di riferimento cardine per la cultura slovena del territorio goriziano. Con la sua umiltà e straordinaria discrezione Andrej è stato anche un cultore della fedeltà all’amicizia e alle realtà più vere e più sacre della vita: in buona parte a lui si deve l’inizio del percorso di trasformazione che ha consentito al settimanale Novi Glas di affermarsi oggi come uno dei più originali media del territorio. Profondamente convinto della necessità di un dialogo permanente e costruttivo tra le varie componenti linguistiche e culturali, è stato sempre attivamente presente alle iniziative ecclesiali e civili finalizzate ad avviare una nuova stagione di amicizia e di confronto, molto prima degli sviluppi determinati dalla nascita della Slovenia come Stato indipendente e del suo inserimento nell’Unione Europea e nell’area Schengen. La sua memoria è legata anche all’umana simpatia, alla rara capacità di far sentire ciascuno a proprio agio, alla frequente collaborazione in tutti i campi del sapere. Gorizia si risveglia oggi più povera senza di lui.
Purtroppo, com'è nell'umana vicenda, tutti dobbiamo lasciare questo mondo. Alcuni però, lasciano un vuoto enorme ed Andrej Bratuz fa parte di costoro. Fine pensatore, artista, maestro. Gorizia e la comunità slovena di tutta la regione perdono un gentile e pacato punto di riferimento intellettuale che tanto ha fatto per la pacifica convivenza in tempi difficili ormai, speriamo, lontani. La professoressa Lojzka, della quale mi onoro di essere stato allievo, troverà consolazione nella fede e nella speranza della resurrezione. A noi, invece, resterà uno splendido ricordo della persona e le sue opere immortali. Vai in pace caro Andrej. Antonio Sivec