Il libro di Liliana Mlakar e Annalisa Turel sulla “Storia di Gorizia” – fresco di stampa e presentato lo scorso sabato all’Ubik – ha suscitato e continuerà a suscitare commenti. Perché?
Anzitutto perché è un testo che si presenta bene, con un titolo e una copertina accattivanti, con un formato e una dimensione incoraggianti oltre un prezzo decisamente abbordabile: il classico “regalo di Natale” al quale non si può che augurare un peraltro prevedibile successo.
D’altra parte ci sarà anche chi storcerà il naso. Le due autrici hanno voluto sfidare i “mostri sacri” della Cultura goriziana, gli inavvicinabili che per tutta la vita hanno studiato con acume e intelligenza scientifica tutti i particolari: essi non si accontenteranno certo di essere citati nella bibliografia, si sentiranno “superati in curva” nella stesura di un testo che – così probabilmente penseranno – avrebbe dovuto portare la loro firma. E per confermare il loro disappunto evidenzieranno con la matita rossa e quella blu le “distrazioni” ortografiche, le “imprecisioni” cronologiche, le “mancanze” peraltro inevitabili in un testo che percorre 1000 anni di storia in poco più di 200 piccole pagine.
In realtà l’operazione Mlakar/Turel è più che legittima, non dovrebbe esistere alcun “jus primae noctis” nella scrittura e nell’interpretazione della propria “storia”: sono sufficienti l’amore per la città (alla quale è dedicato il testo) e l’onestà di consultare con attenzione e non travisare le fonti – citandole con i dovuti convinti grande rispetto e deferenza. E’ ora di abbattere il muro di separazione spesso ancora esistente a Gorizia tra gli “scienziati” gelosi custodi della Cultura e i “divulgatori” che cercano di carpire di nascosto ai primi qualche informazione: ciascuno deve svolgere il proprio compito non sentendosi usurpato o scavalcato, bensì felice di poter collaborare nell’avvicinare la “storia” a tutti i cittadini, anche a quelli non particolarmente attratti dal linguaggio scientifico.
Qualche esempio virtuoso nel recente passato? Il bel libro di Dario Stasi “Intorno a Gorizia”, la biografia di Ondina Peteani scritta da Anna Di Gianantonio e Gianni Peteani, per la “contemporanea” le interviste di Roberto Covaz a Monsignor Dipiazza, a Silvino Poletto e a Mario Brancati: il rigore scientifico non impedisce di svolgere un tema con un linguaggio semplice e coinvolgente, di trasformare un libro di storia in una piacevole, avvincente e istruttiva lettura.
Si può storcere il naso quanto si vuole, ma non si può fare a meno di riconoscere che la Ubik strapiena e la corsa agli acquisti dimostrano che la Liliana e l’Annalisa hanno intercettato l’autentica “fame” di cultura che alberga nel cuore di tutti i goriziani. E per questa loro “fatica” sono da ringraziare.
ab
Andrea, grazie ancora della splendida presentazione che ci hai regalato sabato e dello spazio che ci hai dedicato qui.
Annalisa
E' quello che ha sempre detto Montanelli!Auguri Annalisa, auguri Liliana!
Come dire tante cose nel rispetto delle persone,e delle loro debolezze, e della correttezza della critica,senza timori reverenziali e falsi buonismi
ecumenistici. Andrea sindaco! ma anche altro con un buon gruppo di lavoro che cerca di guardare oltre gli orti propri e altrui per costruire altre possibilità senza il problema del consenso che staziona sulla punta del naso. Anonimo, ma neache tanto.