Lontano dalle logiche cui i partiti ci hanno abituato, estranea al “loop perverso” della economia della finanza fatta di compravendita di debiti e di scommesse sui reciproci gradi di solvibilità privata e nazionale, in antitesi con strutture sociali che pongono narcisisticamente in primo piano le dinamiche connesse alla loro stessa sopravvivenza e non la loro funzione di servizio al cittadino, perfettamente compatta nel decidere quali siano i beni comuni da tutelare, convintissima che l’acqua sia un bene “diritto” di tutti, il 95% della Popolazione Italiana guarda al 2012 con timore e sentimento.
Il timore è insito nelle infinite incertezze legate a tutti quegli aspetti in cui la Smithiana “mano invisibile del mercato” si è fatta sentire pesantemente e in modo “molto visibile” negli ultimi 3 anni: continui aumenti del costo della vita, incertezza dei mercati e quindi imperscrutabilità del futuro da parte di quegli operatori economici in grado di assumere dipendenti giovani e in grado di rendere stabilmente occupati i lavoratori con maggiore anzianità retributiva. Non solo: all’orizzonte vi sono pensioni sempre più lontane e pingui, la cui intensità economica sarà – così han deciso – direttamente proporzionale a quei sempre più miseri e saltuari contributi che le persone riusciranno ad accantonare nella propria vita lavorativa. Inoltre vi sono alcune consapevolezze che sempre più si fanno certezze:
– le misure per fronteggiare la crisi sono state assenti nel totalitarismo Berlusconiano, e contingenziali, ma ancora non strutturali, nell’attuale austerity Montiana;
– le aste di BOT al 6 o 7 % di cui andiamo fieri quando si concludono con il “tutto esaurito” non fanno capire che costituiscono degli impegni di pagamento che si misurano in dei potenziali “insoluti” da parte dello Stato nei prossimi anni. Un esempio? Sono 130 solo per il Luglio 2012 i miliardi di € di interessi che BANKITALIA dovrà restituire ai propri creditori, spesso internazionali, a seguito delle vendite di BOT quinquennali concluse 5 anni fa;
– le banche fanno rientrare i fidi non per aumentare la propria liquidità e sostenere famiglie e piccole aziende, ma per comprare debito nazionale remunerato al 7% piuttosto che concedere i mutui ai cittadini e delle imprese che sono pagati dal 2 al 5%.
Ma, per riprendere lo schema della mitica “Dio è morto” di Guccini, nel guardare al nuovo anno sento che vi sarà anche da parte di tutti noi tanto sentimento, che sarà ora livore, ora zelo, ora rabbia. “Dio è risorto, infatti, il terzo giorno”. Noi non sappiamo quando cada questo benedetto e attesissimo Terzo giorno, ma almeno c’è una consapevolezza che sta rendendo più unite le diverse classi e raggruppamenti sociali: così come abbiamo capito che l’acqua è un bene di tutti al quale non si può rinunciare per il godimento e la ricchezza di pochissimi, così la sostenibilità dell’economia – al pari del rispetto dell’ambiente e della salute pubblica – è diventata una consapevolezza dell’Occidente del Mondo. Capire che si devono trovare strade non estranee all’etica della sobrietà anche nella produzione della ricchezza e nella distribuzione del valore aggiunto è una presa di coscienza che sta attraversando tutti i sistemi economici “ingrippati” della terziarizzazione avanzata.
Sento che vi sarà un ritorno all’economia reale. Non so se lo spero soltanto o se ne sono davvero convinto. Ma è questo l’augurio che mi sento di rivolgere per questo 2012: che il sistema finanziario venga regolato significativamente, che qualche privilegio di casta cada definitivamente, che nell’intento di lasciare alle generazioni future un mondo non peggiore di come lo abbiamo trovato noi, le future amministrazioni locali e nazionali possano mettere al centro l’essere umano e l’ambiente – rurale o cittadino – entro cui vive.
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