Al di là dei sorrisi rassicuranti del premier Monti, la situazione in Italia appare drammatica. Le proteste che hanno paralizzato il Paese sono molto difficili da decifrare, convergono in esse il grande disagio delle categorie e le preoccupazioni per un futuro sempre più incerto, ma anche interessi corporativi, velate rivincite di settori politici da poco “dismessi”, manovre di stampo mafioso. In ogni caso sembrano segnare l’inizio di un periodo molto difficile, di un tunnel del quale non si intravvede l’uscita.
La confusione tuttavia non regna solo sulle strade: le ripetute manovre del 2011 hanno di fatto paralizzato l’ordinario lavoro delle amministrazioni locali. Per rimanere a Gorizia la seduta del Consiglio Comunale dedicata all’approvazione del bilancio preventivo era già stata convocata nei giorni immediatamente precedenti il Natale; l’inevitabile ritardo delle operazioni in Regione ha portato a un rinvio “sine die”. Nel frattempo la stessa Regione ha provveduto a sollevare il conflitto di attribuzione relativamente all’Imu prevista dal Governo, problematica che sarà affrontata chissà quando dalla Corte Costituzionale già di per se oberata da simili cause. La finanziaria regionale non sarà comunque discussa e approvata prima del mese di marzo, da cui la scadenza (provvisoria) per le amministrazioni locali del 31 marzo, probabilmente poi prolungata fino al 15 aprile. Accadrà con ogni probabilità che si sarà costretti ad approvare il “consuntivo” del 2011 prima del “preventivo” del 2012 e – ammesso e non concesso che non ci siano altri intoppi – il dibattito consigliare si svolgerà in piena campagna elettorale per il rinnovo dell’assise, con evidenti ricadute politiche (un po’ come per il calciatore che deve giocare una partita decisiva contro la squadra della quale farà parte l’anno successivo…).
In questo caos generalizzato rientrano anche le reazioni alla protesta dei benzinai in piazza Vittoria: hanno proposto molte soluzioni, hanno ricevuto molte promesse, adesso sembra che la Regione garantisca (con un accordo sulle accise concordato con lo Stato) un prezzo al litro di almeno 5 centesimi inferiore a quello praticato in Slovenia. Sarà veramente così? Se sì, come mai la soluzione dell’annosa questione arriva solo adesso? Non sarebbe stato meglio intraprendere già molti anni fa la strada del “punto franco internazionale” proposta anche nella precedente campagna elettorale del Forum?
In questo bailamme, il centro sinistra che fa? Naturalmente quello che ha sempre fatto negli ultimi anni, si frammenta: si parla già di almeno sette liste (sette!!!) a sostegno del candidato della coalizione oltre ad altre due o tre tradizionalmente vicine all’area di riferimento ma a sostegno di altri candidati. Aggiungendo le liste del centro e del centro destra c’è il rischio di trovarsi con una quindicina di liste – cioè con 5-600 candidati per il raggiungimento di 40 poltroncine. Segno di coscienza democratica o di sfiducia reciproca?
Andrea Bellavite
Presentarsi con sette o otto liste è suicidio politico, dopo aver fatto la campagna delle primarie all'insegna dell'unità del centro sinistra. E' questa immagine di frammentazione che vogliamo dare alla cittadinanza?