Ne -La fiducia nel “pubblico”- del 14 gennaio si richiamava un intervento del candidato sindaco del c.s. che sosteneva che in questa crisi occorre mettere in discussione l’intero sistema e, anche, a partire dalle amministrazioni locali. Forse è un modo per esprimere la profonda incertezza che ci accomuna di fronte a una scadenza, quella elettorale, che contiene tutte le condizioni “di sistema” per fa-
vorire chi, la destra e i conservatori per scelta, per incapacità innovativa, per immobilismo, non ha alcun interesse di cambiare e che fonda la propria cultura politica sulla conservazione dell’esistente. Che sull’esistente, con tutte le sue incertezze, paure, delusioni,rabbie, disinformazione,falsità,confusione,complicità ecc.ecc. fonda la propria continuità all’insegna dell’angoscia del futuro,della sfiducia nel pubblico, nei partiti e nella partecipazione. A questi, partiti di opinione (!!), non serve nulla di più di quanto c’è già (informazione compresa), anche la stessa campagna elettorale è “naturalmente” superflua. Ma agli altri? Dipende,se sono d’opinione o “fortemente presenti nel tessuto sociale” o “sul territorio”. Ma di cosa stiamo parlando, di chi? Di profonda incertezza e, perché no,di tanta tanta paura di non avere altre carte in regola per una seria,credibile competizione elettorale. Certo si può anche vincere, come dieci anni fa, “è la democrazia bellezza”, si vince, si perde…ci mancherebbe, le opinioni cambiano per fortuna, o no?
Quali,dove,come sono i rapporti con i cittadini, le componenti sociali in tutte le sue variabili economiche, culturali, comunitarie? Quali proposte partecipative, di gestione del bene comune, di individuazione e assunzione di beni comuni non delegabili, che riguardino il welfare e o la condvisione di momenti di vita comunitaria,ecc.? Siamo indietro non c’è dubbio, ma non per questo lasciarsi andare nell’imitazione di metodi congeniali a ben altre tendenze! E difficile “quando il vecchio sta morendo e il nuovo non ha preso ancora forma”, ma dobbiamo almeno avere l’umiltà di affrontare le tante domande che possono emergere se cerchiamo di capire il perché di tanta incertezza e timore. Potremmo partire da quella grande opportunità che è stata la grande tensione partecipativa alla questione ascensori, densa di voglia di contare, di sentirsi parte di una comunità, con innumerevoli implicazioni e possibilità di elaborazione politica a partire dall’individuazione di esperienze specifiche. Ma ritornando nei quartieri, prima della campagna elettorale, con
la proposta di una battaglia precisa contro quello e altri sprechi dell’amministrazione comunale (e regionale, colpevole complice e nemica della comunità locale). Già ,presentare l’amministrazione regionale e il governo centrale come sempre più frequenti nemici oggettivi delle comunità locali attraverso i numerosi esempi, a livello locale e nazionale, di gravi conflitti di interesse tra centro e territorio (di tipo ambientale, fiscale, ecc.),sempre più gravi con gli effetti disastrosi degli iniqui tagli dei complici del disastro economico e finanziario di un mercato sovrano. Come altrimenti intendere la necessità di mettere in discussioe il sistema? E a partire dalgli enti locali?
Un grande lavoro per ricucire gli strappi di una lunga latitanza dal tessuto sociale ,culturale,economico,comunitario di una sinistra in crisi (da autoreferenzialità). E da queste come da altre idee, ipotesi e domande partire coinvolgendo da subito i possibili candidati attuali del Forum per andare a definire proposte alternative che possano dare spessore civico e politico a un programma che non sia solo una lista della spesa e quindi congeniale ai conservatori, di tutte le tendenze.
Vanni Mancini
Bisogna avere le idee chiare su alcune questioni. Natura del governo Monti, senso delle sue politiche economiche e sociali, critica al fatto della subalternità alle agenzie di rating, politiche comunali che mettano al centro il cittadino e le sue esigenze, soldi dirottati lì, sulle esigenze, e non nelle opere pubbliche, appoggio delle categorie in lotta, ricostruiamo le idee prima di tutto, senza le quali non è possibile fare nulla.