Il ministro Di Paola annuncia oggi che saranno comprati “solo” 90 aerei bombardieri F35, invece dei 131 programmati. E’ un ulteriore passo su una strada che ha le sue origini quando i governi italiani hanno deciso di partecipare al progetto JSF – Joint Strike Fighter per la costruzione dei nuovi cacciabombardieri americani: si tratta del lontano 1996, quando era ministro della difesa Andreatta e presidente del consiglio Prodi.
I passaggi parlamentari che hanno confermato l’impegno si sono verificati nel 1998 (governo D’Alema) e nel 2002 (governo Berlusconi); la firma definitiva dell’accordo è del febbraio 2007, quando l’allora sottosegretario alla difesa Forcieri ha incontrato a Washington il suo collega statunitense Gordon England.
I ritardi nella realizzazione del progetto hanno portato a un aumento esponenziale dei costi – il che spiega la riduzione degli acquisti – per cui allo stato attuale delle cose si può dire che ogni aereo si aggira (approssimazione per difetto) intorno ai 110 milioni di euro. Quindi i 90 F35 ci costringeranno a sborsare come minimo circa 10 miliardi di euro (più o meno un terzo dell’ultima manovra Monti!), senza ovviamente contare il resto delle spese militari.
Il tutto avviene in tempo di pax americana, quando i “sacri confini” del capitalismo non sembrano minacciati tanto dalla potenza di eserciti contrapposti, quanto da una guerriglia nella giungla delle metropoli, ben difficilmente affrontabile con i bombardieri invisibili…
E qui si tocca il vero problema, che riguarda il ruolo dell’esercito nell’ambito del “ripudio della guerra come strumento di offesa” sancito dalla Costituzione: l’ammodernamento ipertecnologico dei mezzi militari e la levitazione delle spese militari – condivisa con la maggior parte dei Paesi del mondo “occidentale” – rientrano nell’ambito della “difesa” di che cosa, nel momento in cui il mondo non sembra più diviso tra Ovest ed Est quanto piuttosto tra Sud e Nord? Che rapporto c’è tra la morsa di una crisi che orienta a rivedere le strategie di sviluppo nonché di utilizzo delle risorse del Pianeta e la crescita dei costi degli armamenti? Con la moltiplicazione delle “missioni” nelle zone “calde”, si vogliono difendere davvero i diritti delle persone o i macrointeressi economici del sistema?
Anche i tg ieri dicevano: "Tagli alle spese militari, non più 131 aerei F35 ma SOLO 90 !!!" Classica manovra per prepararsi a qualcosa di grosso in chiave guerre future. La militarizzazione mondiale (dettata dal NWO) in questi ed altri termini è già stata programmata e sarà attuata tra qualche anno.
considerando poi che oggi le guerre si fanno con gli strumenti finanziari, vedi Grecia, i missili sembrano poco utili se un popolo lo distruggi con il debito. La troika andrebbe giudicata dal tribunale dell'aia, perchè va contro i diritti umani.