I moti di Atene sono il risultato di una situazione sociale insostenibile, frutto di decenni di incoscienza amministrativa e degli ultimi mesi di gestione “lacrime e sangue” portati avanti dalle politiche dei grandi banchieri, con l’appoggio “inevitabile” dei desautorati eletti dal popolo. In effetti, se non interviene qualche imprevedibile miracolo, non si vede come la situazione possa migliorare e come la protesta non si debba allargare all’Italia, al Portogallo e via via a tutti gli stati europei: la politica dei “tagli” porta disoccupazione, la disoccupazione porta spesa pubblica assistenziale e mancanza di denaro, la mancanza di denaro porta alla paralisi delle relazioni commerciali e al ridimensionamento della produzione, ecc. Senza contare i “giri di giostra” della speculazione finanziaria che costringono gli Stati a manovre correttive sempre più pericolose tra gli scogli acuminati dell’economia mondiale. Fuori dal gioco che conta, i partiti maggiori – i cui principali esponenti hanno gravi responsabilità rispetto alla situazione – non possono che accettare il drammatico “o così o buona notte”, con il sostegno di buona parte dei media; i partiti minori si ritagliano qualche fetta di pubblicità, con un’opposizione indolore che permette loro di chiamarsi fuori alla caccia di qualche voto in più alle prossime “politiche”.
Tutto ciò porta a riflessioni anche locali. Nell’ultimo incontro all’Entourage, il candidato sindaco del centro sinistra goriziano Giuseppe Cingolani ha lanciato un forte segnale di disagio nei confronti del “sistema”, smarcandosi di fatto dalle posizioni del Pd nazionale e ponendo come base della sua futura iniziativa di sindaco una netta discontinuità rispetto alle politiche del governo dei “tecnici”: sarà così ancor più interessante il confronto con il segretario Bersani, a Gorizia il prossimo 25 febbraio. Del resto anche le posizioni del sindaco di Udine Honsell – ah, se potesse essere lui il prossimo presidente della Giunta regionale fvg! – sono apparse molto sensibili nei confronti di chi maggiormente paga i conti della grande crisi. Il risultato di Doria alle primarie di Genova è un’ulteriore conferma; tutto ciò rende ancor più necessaria una maggior aggregazione della coalizione, soprattutto nel lato a sinistra, proprio per sostenere con forza la ricerca di soluzioni alternative all’apparentemente inarrestabile deriva verso l’impoverimento generale. A livello nazionale, regionale e cittadino.
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