Letta e sedimentata la seconda puntata, ecco la terza puntata della riflessione sull’urbanistica al tempo della crisi
Attenti al buco
Ora ci occupiamo delle buche. E bravo Romoli che asfalta quattro strade in vista delle prossime elezioni. Ma l’asfaltatura è una mera manutenzione; Gorizia di strade ne ha troppe e con i tempi che corrono né lui né altri riusciranno mai a riasfaltarle tutte. E poi riasfaltare è come fare un ritocco per evitare di occuparsi del restauro, mentre per le strade di Gorizia ci vuole un piano generale.
Si potrebbe, ad esempio, dirottare le automobili su un numero definito di strade in modo da dover riasfaltare solo quelle e riservare più strade a biciclette e pedoni, dove non ci sarebbe bisogno di una manutenzione altrettanto frequente. Ma il problema è ancora altrove; tante vie (quasi tutte) hanno dimensioni inadeguate: i marciapiedi non sono abbastanza larghi (molti sono del tutto fuori norma) e la sede stradale è troppo grande. In molte vie potrebbero essere ricavati dei posti auto che invece proprio con le recenti asfaltature sono stati tolti (quelli gratuiti, naturalmente) per costringerci a parcheggiare nei posti blu a pagamento; in altre vie potrebbero essere realizzati sensi unici come esistono e funzionano in tutte le città meno che a Gorizia; la pavimentazione per le automobili la fanno dappertutto in asfalto e non in piastrelle di pietra tagliate male (come è stato fatto in piazza Vittoria) che oltre a rompersi in continuazione aumentano anche l’inquinamento acustico. Ma fra le tante altre cose che si potrebbero dire c’è ancora una che forse è la più importante di tutte: dove vanno queste strade? Possibile che in negli ultimi cinquant’anni non si sia fatta una strada nuova che vada da Gorizia verso Nova Gorica? Nemmeno ora che la Slovenia è in Europa?
Insomma, se si parla di strade il problema non è fare manutenzione, asfaltare e riasfaltare, ma progettare un rinnovamento del modo di muoversi, di sostare e di incontrarsi in città, affermando a gran voce che è ora di cambiare, finalmente.
E così per le strade, come per tutto il resto, la mia impressione è che non ci rendiamo conto della attuale situazione di crisi, di come siamo diventati (la maggioranza di noi, magari non proprio tutti) più poveri e più precari, di come abitazione, servizi e trasporti incidano sul benessere delle nostre vite e sui nostri portafogli e della straordinaria rilevanza che può avere l’urbanistica per risolvere questi problemi.
In questo senso, a me pare che il nostro candidato sindaco non colga l’importanza di queste questioni, quando in un video spot sul suo sito internet, indica una buca su una strada bianca di Lucinico, come se quella buca lì, fosse il buco nero di tutti i problemi.
Paolo Sergas (fine terza parte – continua)
bravo paolo! vai avanti!