Con innegabile calcolo elettorale da esperto navigatore sui mari della “politica”, il Romoli ha tenuto per gli ultimi mesi del suo mandato i classici “botti”: inaugurazioni a tutto spiano dei “gioielli” di Gorizia (ieri la bella Villa Ritter, qualche giorno fa il Palazzo De Bassa, oggi il Corso Verdi pedonalizzato e aperto ufficialmente con il “vin d’honneur” offerto dalla ditta), rivendicazione pubblica dei “successi” nel quinquennio e così via.
Bene, bravo 7+, dicevano Cochi e Renato…
Ma dietro a queste belle facciate che cosa si può vedere? Come è cresciuta la città nel suo insieme? Quale idea e quali progetti per “immaginare” come sarà il territorio goriziano (in Italia e in Slovenia) negli anni ’20?
“Gorizia tornerà nel prossimi cinque anni a essere la Nizza austriaca”, annunciava il sindaco nel suo discorso di insediamento nel mese di giugno 2007. Le immagini scattate in quest’ultima settimana suscitano qualche dubbio. Nell’ordine, dall’alto in basso: infissi fatiscenti a venti metri dall’inaugurando Corso Verdi, il frequentato parcheggio retrostante la (da tanto tempo squallida) galleria Bombi, la storica scalinata tra via Brass e via Ascoli, discarica a cielo aperto nel passaggio pedonale tra Piazza Battisti e Corso Verdi.
Essere o apparire, questo è il problema – direbbe un Amleto della postmodernità. In altre parole, forse la cura delle “cose che si vedono” ha fatto dimenticare “ciò che non si vede”…
Insomma, casa pulita, ma scovaze sotto il tappeto…non si fa così, signori uomini: in primavera pulizie generali, aria nuova e fresca, rinnovare tessuti e tapezzerie, rinfrescare. Via la roba vecchia e polverosa, se no vien tarme, tarli e cimici.Compresa la metafora al femminile?