Settima puntata del sempre più apprezzato viaggio nell’urbanistica goriziana
Oggi un’idea non c’è
Qualcuno ha detto che i nostri tempi saranno ricordati come la ‘dittatura dell’ignoranza’.
A Gorizia gli abitanti diminuiscono e allora costruiamo più appartamenti!
I negozi del centro storico chiudono e quindi proponiamo, sempre in centro, di costruire un insieme di negozi, nuovi, in un attraente palazzone di cemento!
Le strade sono sufficienti per parcheggiare gratis e allora costruiamo una casa di ricovero per le auto per poter finalmente esigere un pagamento!
Possiamo salire al castello con un mezzo piccolo ed economico e invece: spacchiamo la collina, la riempiamo di cemento, distruggiamo il panorama e il simbolo di Gorizia e ci indebitiamo fino al collo!
L’ingresso all’ospedale per chi viene da fuori Gorizia è difficile da praticare e allora realizziamo tre rotonde perché risulti ancora più complicato!
Progettiamo il corso Verdi per farci passare le automobili e appena finito, lo riserviamo all’uso pedonale!
Dittatura dell’ignoranza?
Non abbiamo più idea di cosa sia una città. Non abbiamo più un’idea per la città.
Lo stesso Comune non decide più cos’è utile e necessario, cosa modificare e dove migliorare; non ha più un’idea di città. Il Comune ha affidato la sua testa al mercato e accontenta, con una variante o un accordo di programma, il primo che passa a proporre un lavoro qualsiasi. Quello che una volta veniva delineato nei piani regolatori nell’interesse della collettività oggi non esiste più perché l’importante è fare, anche una cosa inutile per la città e per i suoi abitanti, perché così vuole il mercato.
Qual’è il cambiamento?
Allora un candidato sindaco che dice di volere il cambiamento dovrebbe dire innanzitutto: “questa è la mia idea per la città di Gorizia”.
Per quanto riguarda gli ascensori al castello sembra che il candidato di centrosinistra si voglia collocare proprio in questa prospettiva: sa bene infatti che non può aspettare di diventare sindaco per poi verificare con avvocati e tecnici quali sono i problemi, sentire i pareri della Regione, controllare le penali da pagare ecc. Se gli ascensori non fanno parte della sua idea di città, questo basta. Non possono essere Regione, difficoltà tecniche e avvocati a far cambiare idea a un sindaco e a un’intera città. Non possono questioni pratiche o burocratiche diventare il fattore discriminante nelle scelte da fare. E’ vero il contrario: se si ha un progetto ‘credibile’ lo si porta avanti affrontando le inevitabili problematicità. Insomma è la politica che deve governare l’economia e non può essere il pagamento o no di una penale a determinare il futuro di Gorizia!
Il candidato sindaco deve avere un’idea di città forte e credibile, e quindi raccontarla ai cittadini.
A Napoli il sindaco De Magistris ha impiantato un assessorato nuovo per i beni comuni e sta sviluppando una concreta e rigorosa politica di cambiamento urbanistico per garantire qualità per tutti e non profitto per pochi. A Vienna un’amministrazione socialdemocratica investe contro la crisi: ridisegna gli spazi pubblici in modo da favorire pedoni e bici e propone servizi sociali gratuiti finanziati togliendo fondi alle imprese che costruiscono opere inutili. Nessuna privatizzazione di servizi pubblici e anche qui ufficio per i beni comuni: si chiama Dezernat fuer Daseinsvorsorge cioè ufficio per la previdenza esistenziale e si occupa di acqua, salute, servizi sociali, smaltimento rifiuti e istruzione. Sul proprio sito il Comune di Vienna smonta l’idea che competizione e mercato producano efficienza e prezzi bassi e racconta come a prescindere dal reddito, uso e accesso ai beni comuni possano essere garantiti solo dal pubblico.
A Gorizia tutto ci porta a pensare che il nostro candidato sindaco di centrosinistra abbia proprio questa stessa idea di città…
Paolo Sergas (fine settima parte – continua)
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