Ecco un’importante iniziativa con le motivazioni che ne hanno suggerito la realizzazione (a lato le date e gli orari della mostra)
Venerdì 9 marzo alle ore 18 presso i Musei Provinciali di Borgo Castello a Gorizia si terrà l’inaugurazione della mostra multimediale “Le vite degli altri. Voci e sguardi tra luoghi della memoria e memorie dei luoghi”.
Nelle installazioni audiovisive e interattive che vanno a comporre il percorso espositivo, fonti normalmente utilizzate per la ricerca storica – come le testimonianze orali, i film di famiglia e le fotografie – vengono lette e interpretate attraverso gli occhi e i linguaggi dell’arte contemporanea.
L’intento è quello di creare un dialogo tra diverse generazioni riguardo alla complessa storia e alle molteplici memorie che hanno caratterizzato l’area di confine tra Italia e Slovenia nel corso del Novecento.
La mostra intende riflettere sulla pluralità di modi con cui la memoria si rendere visibile e ascoltabile da parte di coloro che vivono quotidianamente gli spazi urbani. Le voci dei testimoni e gli sguardi che le cineprese amatoriali e le macchine fotografiche hanno posto sui luoghi della città vanno infatti ad intrecciarsi in un complesso tessuto di relazioni in cui a risultare fondamentali sono le differenti esperienze, percezioni, desideri dei singoli abitanti e dei molteplici gruppi che popolano quest’area di frontiera.
La mostra è curata e organizzata dall’Associazione Quarantasettezeroquattro di Gorizia (www.quarantasettezeroquattro.it) in collaborazione con lo Studio di produzione multimediale N!03 ennezerotre di Milano (www.ennezerotre.it), che ha all’attivo l’ideazione e l’allestimento di importanti mostre e installazioni multimediali in tutta Italia.
L’iniziativa è finanziata dalla Fondazione Carigo (Bando GiovaniIdee) e dalla Provincia di Gorizia e vede la collaborazione dell’Università di Udine – Dams di Gorizia, dell’Università di Trieste, del Kinoatelje, dell’Associazione Home Movies, della Mediateca provinciale di Gorizia, del Polo Liceale “Dante Alighieri” di Gorizia e dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione.
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