L’imbocco della valle è dominato dalla Sacra San Michele, straordinaria opera architettonica voluta dai benedettini nel X secolo sui resti di precedenti costruzioni risalenti all’epoca pre-cristiana; all’inizio molto ampia, la valle si restringe a Susa, bellissima cittadina con notevoli resti archeologici romani. A parte le bandiere No-Tav appese ai piloni della luce in alcuni paesi, nulla fa pensare alle opere delle quali tanto in questo periodo si parla. In un esercizio nei pressi del poderoso castello di Exiles il gestore conferma che l’intenso battage giornalistico riguardante i blocchi dell’autostrada e gli “scontri” ha provocato una notevole diminuzione del flusso turistico verso il passo del Monginevro. A Chiomonte si scende verso la Dora Riparia e oltre il ponte si risale verso i ridenti piccoli paesi sovrastanti: i primi tornanti sono dominati dai minacciosi pilastri dell’autostrada che conduce al traforo del Frejus. Molte persone stanno sistemando le singolari viti basse dalle quali si produce anche il famoso Barbera: i terrazzamenti sono veri e propri capolavori e fanno pensare a quando queste ben povere forme di agricoltura alpina erano l’unica forma di sostentamento… Gente semplice, anziani con accanto figli venuti apposta dalla pianura per sfruttare le ore del primo sabato di primavera; tutti, senza eccezioni, smettono volentieri l’impegno e raccontano il loro punto di vista: “quando hanno costruito l’autostrada le nuvole di polvere hanno imbiancato per tanto tempo i nostri filari; bisognava irrorare frequentemente il tutto con l’acqua per poter salvare la vendemmia”, “le mine hanno provocato crepe dappertutto, soprattutto negli edifici più grandi come le chiese”, “l’uranio e l’amianto nel cuore della montagna sono pericolosi e non vogliamo tornare a temere come già troppe volte è accaduto in questi ultimi decenni”. Qualcuno parla di “una squadra di tecnici stranieri che ha abbandonato una galleria scavata per una condotta d’acqua accorgendosi della radioattività”, qualcun altro riporta il “si dice” dell’aumento del numero di persone colpite da tumori dal tempo della costruzione dell’autostrada fino ad ora. Molti ricordano Luca Abbà, il giovane che abita proprio in uno di questi paesi, raccontano della sua caduta dal traliccio, del suo generoso impegno civile, del lento miglioramento della salute in un letto d’ospedale di Torino. Se nei paesi della collina tutti scuotono decisamente il capo quando si chiede che cosa pensano della Tav, nel centro di Chiomonte c’è chi solleva qualche dubbio… (1. continua)
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