No, non si parla del buon Thomas, ma del “lancio” della campagna pro Cingolani, ieri in piazza sant’Antonio: grande discorso del candidato sindaco, attorniato e sostenuto con convinzione da Federazione della Sinistra, Forum per Gorizia, Gorizia è tua, Italia dei Valori, Lista Giovani, Partito Democratico, Slovenska Skupnost, Sinistra Ecologia e Libertà.
Ricordate la giostra dell’ottovolante? Per qualche minuto si sale e si scende senza particolari conseguenze, poi un istante di sosta e i dischi volanti si rivolgono l’uno contro l’altro, uno alla volta soccombono e alla fine ne resta su solo uno, il vincitore.
Ecco, dopo i giochi di riscaldamento la campagna elettorale goriziana è arrivata al momento decisivo: i contendenti cominciano a misurarsi a vicenda e partono i primi colpi mediatici, alcuni a salve altri nel segno.
Ai primi appartiene la retorica elettorale, una specie di formulario fisso che richiede solo l’aggiornamento della specifica tornata elettorale e del “colore” del dichiarante: siamo qui per rendere …. più bella, ecco il rinnovamento di …, finalmente (grazie a… oppure a…) … riparte, tutti i cittadini di … con noi saranno felici, ecc. ecc.
I secondi – quelli che incidono – sono più interessanti e nel caso goriziano mettono in contrapposizione due diverse visioni della politica. Romoli incarna una concezione paternalista e assistenzialista: lui conosce il bene per i cittadini e come realizzarlo, dove non riesce cerca di sollevare il morale dei malcapitati con un sorriso e una simbolica pacca sulla spalla, non si interessa di progetti e non ha idee per il futuro, l’importante è l’immediata necessità di reperire i mezzi per aggiustare le strade e per dare risposte alle esigenze raccolte per la strada. Cingolani rappresenta una nuova politica dove all’ascolto attento dei cittadini corrisponde una visione ampia del futuro del territorio goriziano nel contesto dell’Europa, delle opportunità offerte da una realtà ormai senza confini, dell’aggiustamento indispensabile dell’immediato in un’ottica bén più vasta dove le idee diventano concreta proposta di azione, di lavoro, di imprenditorialità, di sviluppo sostenibile, di turismo alternativo…
Chi vincerà? La potenza mediatica, la sede prestigiosa, i cartelloni rassicuranti dell'”uomo del fare” o la sobria semplicità, la forza delle idee, la chiarezza programmatica, la naturale simpatia dell'”uomo nuovo”? La corazzata multiforme del centro destra o la maneggevole barchetta del centro sinistra? Oppure i simpatici cannotti alternativi che potrebbero contribuire al realizzarsi di qualche imprevedibile sorpresa?
Insomma, sempre Davide contro Golia, Giuseppe e i suoi fratelli contro le schiere dell’Ettore cittadino…
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