Paolo Sergas ci accompagna nella penultima tappa attraverso l’urbanistica goriziana: un contributo di alto livello, un’avvincente analisi politica: Uno scenario da fantascienza?Proviamo ad anticipare lo scenario in cui Gorizia potrebbe venirsi a trovare fra qualche anno, se non cambia oggi la sua politica urbanistica. E’ certo (non lo dico io ma il governo dei tecnici e gli organismi internazionali) che a livello generale le condizioni economiche e sociali peggioreranno: nuovi disoccupati, ulteriore impoverimento dei ceti medi, smantellamento del welfare, riduzione dei diritti, e della democrazia. E la pressione fiscale dei Comuni sui cittadini aumenterà: a Gorizia bisognerà pur pagare il completamento e il mantenimento degli ascensori; i costi delle nuove espansioni edilizie e la manutenzione di una città sempre più vecchia e sempre più vuota; le spese per i quattro piani di cemento del nuovo centro commerciale di via Boccaccio, per quello di via Terza Armata (se realizzati sfonderemo tutti i record in materia di cemento buttato) e le sovvenzioni per i piccoli negozi che chiuderanno di conseguenza; le spese per mantenere il nuovo parcheggio di via Manzoni e i parcheggi blu in Corso e poi quelli davanti al bar, all’edicola, alla scuola, al mercato, alla chiesa e al posto di lavoro. Tutto a pagamento perché questa politica urbanistica, con il mercato dell’auto in crisi e la benzina che aumenta, ha adottato per noi questo stile di vita e ha pianificato così la città. Pare non ci sia verso di cambiare e oggi la ricetta ci viene riproposta pari pari. Il sistema non funziona più ma deve essere comunque mantenuto in piedi e con questa politica, che va avanti da anni e che ci viene spacciata come ineluttabile, bisogna continuare a fare le riforme per privatizzare e liberalizzare ancora. Da qui a qualche anno questa politica mostrerà tutta la sua totale inefficacia e gli effetti anche su Gorizia e sulla qualità della nostra vita saranno evidenti: gli ascensori al castello fermi, la città ancora più vuota e gli edifici ancora più scassati, i piccoli negozi chiusi e le vie ancora più deserte, il sindaco favoleggiando dei suoi “cinque anni di fatti concreti” si preoccuperà prima delle elezioni di asfaltare un paio delle troppe strade sempre più piene di buche, le poche auto sempre più grosse e potenti (i ricchi saranno più ricchi e tutti gli altri staranno peggio di oggi) usciranno dai cancelli dei garages interrati delle loro case per infilare un po’ di rotonde e correre a rinchiudersi in parcheggi sotterranei a pagamento controllati da telecamere… Fantascienza? Smettiamo di sognare e di credere che “Gorizia si fa bella” e guardiamo la realtà: i segni del declino della città ci sono, basta volerli vedere. Allora oggi dobbiamo ragionare su ciò che è possibile fare e su quali siano i punti di partenza per uscire positivamente dalla crisi, perché si può pianificare Gorizia proponendo il “fare” come vero sviluppo per la comunità che la abita e non solo come aumento del PIL e del conto in banca di chi è già ricco; si può dire no a chi propone trasformazioni che prevedono costi per la collettività e non benefici per tutti; si può concepire il lavoro non come una merce (100 o 1000 nuovi posti di lavoro precari e malpagati nei centri commerciali) ma come uno strumento per comprendere il mondo e stabilire rapporti; si può immaginare una città governata da una politica fatta di regole, strumenti urbanistici e di partecipazione alle scelte di trasformazione del territorio; si può chiedere al sindaco che faccia scegliere a noi cittadini che lo abbiamo votato e che non decida lui, la Regione o agli avvocati – come successo per gli ascensori al castello – se un’opera pubblica debba esser fatta o no, se vada completata o recuperata la collina del castello. Perché crisi non significa necessariamente sconfitta, ma semplicemente rottura d’una situazione apparentemente stabile dalla quale si può uscire verso una situazione peggiore o una migliore. E allora perché non cogliere questa crisi come un occasione di cambiamento? Finalmente. Paolo Sergas (fine decima e penultima parte)
Ho letto solo le prime righe… perche' dite che le iniziative PRIVATE in via Boccaccio e via III Armata costerebbero maggiori spese al Comune?
Lette solo alcune righe?
Noi siamo arrivati alla decima puntata e poi manca solo una alla fine.
Con un piccolo sforzo, magari leggendo questa e le altre…o magari iniziando a chiederti chi paga e chi ci guadagna.
Il privato che investe nel centro commerciale e i cittadini di Gorizia sono i soggetti in campo e se il privato già ricco di suo viene ad investire a Gorizia lo fa per fare i suoi interessi e per guadagnarci. E allora chi paga?
PS