Il resoconto dell’assemblea promossa venerdì sera dal Consiglio di Quartiere di Lucinico evidenzia che due dei candidati sindaco hanno trovato alcuni punti di convergenza, assumendosi degli impegni precisi sul futuro delle circoscrizioni (o associazioni di quartiere o chissà cosa altro). Tutto bene o solo una tregua politica su un tema che tutti sanno richiedere molto più che le buone intenzioni?
L’argomento in oggetto è la democrazia partecipata, non la forma che dovrebbero assumere un domani quelli che fino a ieri si chiamavano consigli di quartiere.
In questi cinque anni non ci sono state mai assemblee promosse dall’amministrazione per far conoscere ai cittadini le linee dei principali interventi riguardanti la struttura urbanistica della città (ascensori al castello e complesso edilizio di via Trento soo due tra i tanti esempi possibili); i referendum promossi dai cittadini sono stati sempre “cassati”, al punto che la celebrazione di alcuni di essi (con deliberata volontà di farli fallire da parte dell’amministrazione che ha imposto orari e modalita di svolgimento impossibili) è stata effettuata solo dopo l’intervento a favore del Tribunale e grazie all’interessamento fattivo delle associazioni radicali; della delibera di iniziativa popolare nessuna traccia, al contrario la commissione comunale Statuto e Regolamento non si è mai incontrata per affrontare tali problematiche e tutto è rimasto esattamente come era cinque anni fa; le altre commissioni – salvo le rare eccezioni di quelle dedicate ai lavori pubblici (sempre assente l’assessore Romoli), al bilancio e all’urbanistica – se hanno raggiunto la media di un incontro all’anno è tanto (anche commissioni importanti come quella dedicata alla cultura o quella del welfare); il Consiglio Comunale ha talmente rarefatto le sue sedute da sfiorare qualsiasi record negativo, il sindaco Romoli si vanta di aver in questo modo risparmiato soldi, suscitando un brivido oscuro: non sarà questo un anticipo di ciò che qualcuno potrà dire assumendo un potere illimitato al termine della purtroppo sacrosanta ondata di rabbia nei confronti dei “politici” che caratterizza questo momento storico?
Ecco perché tutto sommato il ricorso della Slovenska Skupnost (condiviso dal partito e quindi non espressione solo di alcuni privati cittadini, come scritto in precedenza anche su questo blog) costringe tutti ad affrontare la questione dei cosiddetti parlamentini con solerzia e non solo a parole: ed ecco perché é importante votare non per chi promette mirabolanti nuove strutture, ma per chi crede nella democrazia dalla base, per chi vuole una corretta – ahimé ormai dimenticata – relazione fra la democrazia assembleare e quella rappresentativa.
Il ricorso apre due problemi: quello più importante a livello simbolico (sappiamo tutti che gli sloveni abitano in ogni parte della città ovviamente) è quello di togliere la specialità di certi quartieri come Podgora, Pevma,Standrez per depotenziare la presenza slovena. Ciò è dimostrato dall'atteggiamento politico complessivo della giunta, che non ha fatto NULLA per applicare la legge di tutela neppure nei quartieri sloveni come appunto S. Andrea. Inoltre la giunta ha sempre ostentato il fatto di non sapere una parola di sloveno, continuando a dire Nuova Gorizia e usando con disprezzo la parola "balcanico" per designare arretratezza e disordine. Atteggiamenti che davano fastidio non solo ai colleghi sloveni, ma anche agli italiani che non si riconoscono in questi atteggiamenti da ventennio fascista. La democrazia diretta o indiretta a Gorizia non esiste. Certo si poteva discutere di diminuire i consigli di quartiere, ma in un altro clima politico. Inoltre non dimentichiamo l'atteggiamento avuto verso le istanze dei cittadini che non volevano l'ascensore. Non dobbiamo accettare alcuna lezione di democrazia da questa giunta che non si è mostrata più volte all'altezza dei suoi compiti. Basti vedere che l'atrio del comune l'hanno dato a Pirina e all'Anpi no e che omaggiano la decima mas e il battaglione Mussolini. Leggiamo come reagisce Cosma appena vede qualcosa di rosso! Se rivincono avranno la conferma che Gorizia è l'ultima città in cui esiste ancora la guerra fredda
Sottoscrivo in toto. Il resto lo diremo lunedi' nell'ultima seduta del consigli comunale … dove dibatteremo sul bilancio politico-amministrativo dei 5 anni romoliani.
F.P.