Comunque una cosa è certa: il pdl non esiste più. Si è liquefatto, come era prevedibile, al momento della defenestrazione di Silvio e in molti comuni cambia nome per ricompattare vecchi interessi. La lega è patetica: rumoreggia contro il governo Monti, in consiglio comunale fa spazientire i suoi alleati ma davanti al profumo di poltrone non si sottrae. La corazzata della destra è una nave di cui si conosce solo il capitano, ma l’equipaggio cosa pensa? Davanti a questa immagine si riconferma la solfa di questi ultimi cinque anni. One man show, con un gruppo di persone che ha in comune, politicamente, solo il desiderio di continuare a governare. Sulle idee buio assoluto, anche perchè Zotti era contrario alle mense esternalizzate, alla vendita di iris, al centro commerciale e probabilmente anche all’ascensore. Dunque il solo collante si riassume nel desiderio di un potere di piccolo cabotaggio che il divo potrà garantire, circondato dai suoi yes men, pronti a continui cambi di casacca a seconda di come cambia il vento.
Ciriani oggi parla di Gorizia come un laboratorio politico. De che? In consiglio comunale i due consiglieri appartenevano alla lista di Tuzzi, ma poi, per non rimettere il mandato, sono passati alla lega. Dai banchi non si da di che, Zotti ha sempre criticato la giunta, in particolare sulle mense, facendo inviperire anche i dirigenti. Adesso sta con Romoli. Al massimo qui riescono a fare il classico laboratorio di trasformismo per tenere la cadrega, come nella migliore tradizione italiota della metà del XIX secolo