Come al solito Devetag non comprende quello di cui si sta parlando. La sottoscritta non ha nessuna nostalgia dei muri del 900 e la mostra al castello lo dimostra con assoluta chiarezza. si è trattato di far vedere invece un diverso modo di intendere il museo, in grado di interessare i giovani, e la complessità delle memorie del 900 goriziano. Qui l’assessore è uno dei peggiori sordi ed è lui invece che usa i toni della guerra fredda. la storia di Gorizia ha bisogno di essere compresa da un punto di vista diverso, che comprenda tutti i soggetti in campo, con sguardo scientifico e non con le viscere sempre in mano. Dal 900 ad oggi vi sono state due guerre mondiali, un ventennio devastante per gli sloveni, una lotta di liberazione, le foibe e l’esodo ed un difficile dopoguerra che chiedono ancora di essere raccontati, su cui bisogna riflettere comprendendo che il razzismo e la discriminazione sono alla base delle lacerazioni che sono durate 70 anni. Abbiamo bisogno di una classe dirigente in grado di portare la città ad una riflessione sul suo passato per andare avanti, una classe dirigente in grado di riconoscere i meriti e le colpe del suo passato, senza nascondere nulla. Trieste, che pure ha avuto un passato simile, è riuscita grazie alla presenza di comunità intellettuali più vaste, a portare il dibattito cittadino a livelli di analisi approfonditi e ad orientare una coscienza civica più consapevole. E’ a Gorizia che si protesta per una lapide, che peraltro già c’era anche se incomprensibile, come molti monumenti goriziani, in cui si ricorda un avvenimento, la battaglia partigiana, che è presente in tutti i libri di storia più attenti. Ricordo che l’allora PCI diede l’avvallo alla costruzione del lapidario che ricordava la deportazione nei 40 giorni. Non si capisce perchè il comune abbia un atteggiamento schizofrenico davanti alla targa. Da un lato dà il patrocinio, dall’altro protesta e parla di agguati. Già questo dimostra che non c’è, dopo quasi un secolo, la maturità per affrontare la storia della nostra città se non brandendo roghi, insulti e delegittimazioni di chi ha una storia e un passato diversi.
adg
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