Se tutti i dibattiti in campagna elettorale raggiungessero il livello di quello organizzato ieri sera dall’Arcigay regionale al Kulturni Dom la politica riacquisterebbe la P maiuscola. Dopo una breve introduzione filmica e un’approfondita relazione di Davide Zotti sulle discriminazioni quotidiane, in particolare di ordine sessuale, i candidati sindaco hanno espresso il loro punto di vista: Manuela Botteghi si è dichiarata assolutamente favorevole al riconoscimento legale del matrimonio omosessuale e ha offerto la propria disponibilità a inserire le tematiche relative ai diritti civili nel programma locale del movimento 5 stelle; Fabrizio Manganelli ha richiamato l’esperienza di imprenditore presentando la propria impresa come un modello di integrazione e inclusione; Giuseppe Cingolani ha accentuato maggiormente la necessità di un rapporto più stretto tra contesto culturale e sua espressione politica, notando come l’omofobia possa essere sconfitta soltanto da una nuova modalità di relazionarsi delle varie componenti della società civile, compresa la Chiesa cattolica. Il dibattito successivo ha coinvolto praticamente tutti i presenti in sala – di vario orientamento politico – che hanno potuto così trascorrere un paio d’ore ad alta intensità amministrativa e culturale. Chi ha perso? Gli assenti, cioè il sindaco/candidato sindaco Romoli che non solo non si è presentato ma neppure ha sentito la necessità di inviare un cenno di diniego e il pubblico goriziano (compreso l’esercito dei candidati consiglieri comunali) che ha disertato il dibattito. Pubblico che non è mancato invece nella serata con Beppe Grillo in piazza sant’Antonio: uomo di spettacolo, ha saputo incantare le circa 1500 persone che l’hanno ascoltato sotto la pioggia. Ha presentato la candidata sindaco e la “squadra” del movimento 5 Stelle, ha tracciato un quadro apparentemente divertente ma molto rigoroso della situazione attuale dell’Italia. Chi si aspettava qualche riferimento locale è rimasto deluso, le tematiche hanno ruotato intorno a centri ormai abbastanza conosciuti: il rigor Montis, la ministra Frignero, le malefatte di ABC, l’acqua pubblica, la partecipazione democratica e così via. Ancora un conferma della profondità di un disagio provocato dall’inettitudine e dagli interessi particolaristici di una classe politica che veramente ha fatto il suo tempo e farebbe bene a preparare le valigie; ma anche una prova della difficoltà di vedere “oltre” attraverso un’analisi dei movimenti sistemici del capitalismo mondiale e una concreta prospettiva di “uscita” da una situazione che si fa ogni giorno più drammatica.
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