Ciò che colpisce subito nell’intervento di Bagnasco (presidente della Conferenza Episcopale Italiana) è il tono: non è un’umile disanima, un delicato parere accanto a tanti altri, parla il capo dei vescovi e si rivolge ai politici dettando loro con divina autorità l’agenda delle preoccupazioni e delle urgenze. Suvvia, è vero che Bagnasco non è Leone III e il presidente del consiglio non è Carlo Magno… Tuttavia tra le parole del presule risulta particolarmente interessante l’appello ai partiti pro-Monti, un’incoronazione che lo riconosce di fatto come novello uomo della Provvidenza. Accanto ai consueti richiami contro la violenza come scorciatoia inaccettabile per la risoluzione dei problemi, il cardinale esamina la crisi economica e sociale riconoscendone le cause (beh, non è che proprio ci voglia moltissimo) e incitando alla ricerca delle soluzioni. A livello politico, naturalmente in stile CEI senza far nomi (non si sa mai!)sembra di intravvedere nella critica ai facili demagoghi il Grillo (?), in quella alla litigiosità dei partiti gli Alfano e Bersani (molto meno Casini, toh!)… Non c’è naturalmente nessuna autocritica su un ventennio di sostanziale avvallo alle politiche “più società meno stato” di stampo berlusconiano e ciellino; sui casi dubbi nei quali Vaticano e Cei hanno coinvolto perfino il Papa nelle loro diatribe (caso Boffo e pubblicazione dei “segreti” sul coinvolgimento del direttore dell’Osservatore Romano nel falso scoop “girato” a Feltri che costò al giornalista la direzione di Avvenire); meno che meno sugli inquietanti intrecci relativi al caso Orlandi o sul dilagare dello scandalo della pedofilia tra i religiosi anche in Italia. Insomma, sarebbe meglio se i Vescovi nei loro interventi pubblici parlassero di una Speranza della quale forse tutti sentono più che mai la sete; ma se proprio devono intervenire anche sulle questioni attuali, avrebbero abbastanza materia da trattare per non guardare la pagliuzza (si fa per dire!) altrui prima di togliere la propria trave. Altrimenti diventa sempre più chiaro perché i milioni di persone da poco uscite dall’ateismo di Stato non sono andate direttamente nelle Chiese che tanto l’avevano combattuto, ma si sono rivolte in massa ad altre e assai diverse fonti di spiritualità. Ma di questo, un’altra volta… ab
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