Si può perdere un’elezione con dignità e onore, dopo una “battaglia” combattuta a testa alta con grande dedizione: è ciò che si può dire di Giuseppe Cingolani e della parte di Centro Sinistra che l’ha lealmente sostenuto e appoggiato. Oppure si può affossare ulteriormente l’autentica Politica con il poco nobile mestiere del “tirare il sasso e nascondere la mano”. E’ quello che viene da pensare leggendo le “Lettere al giornale” su un quotidiano locale oggi: quello che tanti sussurravano scandalizzati è venuto alla luce. Due nomi molto noti (peraltro solo tra gli “addetti ai lavori”) stanno in calce a una serie di affermazioni “sorprendenti”. Cosa accadeva mentre il Partito Democratico di Gorizia decideva a maggioranza di coordinare il percorso partecipativo verso le Primarie e di arrivare a scegliere con elezione interna il proprio candidato sindaco? Alcuni commissionavano misteriosi sondaggi per dimostrare che un candidato sarebbe stato meglio di un altro e centellinavano i risultati alla stampa (detto tra parentesi, nessuno ha notato che in quel sondaggio estivo ritenuto decisivo Collini era dato vincente su Romoli 51-49, tutti gli altri perdenti meno il candidato del Forum – il cui risultato non è mai stato messo in rilievo – che era dato al 50-50); altri come timidi fanciulli correvano dalla mamma segretaria regionale per evidenziare che la scelta del Pd goriziano era pessima; altri ancora criticavano di nascosto il papà presidente della Provincia che – come sembra essere il loro parere dall’articolo di oggi – avrebbe preferito un candidato debole per evitare di confrontarsi con un eventuale sindaco più forte di lui. Dunque, gente adulta e se-dicente responsabile, invece di confrontarsi liberamente nelle sedi a ciò deputate e di mettersi in gioco nel corso delle diverse fasi elettorali, tace nelle assemblee dove dovrebbe parlare, non va neppure a votare la sera delle decisioni, non partecipa agli allora infuocati dibattiti sui quotidiani, mugugna guardandosi attorno con circospezione tra i tavolini dei bar e trama nei sottoscala della pseudopolitica. E poi, a cose fatte, si lancia nel più classico (e quasi soddisfatto) dei “l’avevamo detto noi”, fregandosi altamente delle scelte compiute da un partito con l’unico metodo “imposto” da un sistema democratico, la votazione a maggioranza di un’assemblea di iscritti! Evitando antipatici riferimenti alle stesse persone cinque anni fa, nonché al pluricitato ma incolpevole Collini – vittima e non certo causa di tali macchinazioni- non si può che ringraziare i firmatari della lettera odierna perché hanno detto a chiare lettere quello che tutti vociferavano: che una parte importante del Pd non ha fatto nulla (per usare un eufemismo) per sostenere il candidato democraticamente scelto, al contrario ha atteso – e a questo punto si può dire forse anche provocato – la sconfitta elettorale al primo turno per esternare un malcontento pubblicamente finora sottaciuto. ab
stessi nomi di cinque anni fa. stessi nomi del disastro di cinque anni fa. stessi nomi (con altri) che ci hanno convinti come Forum che bisognava cambiare a tutti i costi. stessi nomi che – li ringrazio – mi stanno convincendo che bisogna continuare quel cambiamento.
I vecchi comandano e ci affondano!
http://notizie.it.msn.com/fotostory/foto.aspx?cp-documentid=250022738
putroppo il pd non riesce a sbarazzarsi di questi personaggi ed è a causa loro se la passione politica si dirige ad altri gruppi o movimenti e se la credibilità dei partiti ormai è alla frutta.
Si apprende che nel comitato dei saggi (sic) che deve promuovere le norme per le primarie interne del pd, Brussa propone il nome di uno dei due firmatari della lettera sulle elezioni. A questo punto sarebbe interessante comprendere quanto potere hanno queste persone e quanto hanno attivamente lavorato per non fare eleggere Giuseppe Cingolani. Dopo una lettera come quella sul Piccolo e visto che la decisione della candidatura era stata presa democraticamente, la direzione del partito avrebbe dovuto prendere dei provvedimenti, non certo promuovere il nostro al rango di saggio. Poveri noi, altrochè poteri forti, magari! Qui saremo in mano dei due fini strateghi della fine del centro sinistra