Un altro tema stranamente poco frequentato in campagna elettorale è stato quello relativo ai costi della benzina e dei tabacchi: problema che ha (giustamente) tenuto banco negli ultimi anni dal momento che le relative categorie hanno pagato molto cara la fine della zona franca. Ogni tanto arriva la boccata d’ossigeno, con la notizia di uno sconto per qualche manciata di settimane a favore dei residenti… Ma ad ogni scadenza si ritorna da capo con la consapevolezza che il cartello “qui la benzina costa meno che in Slovenia” vale solo per chi abita nella provincia di Gorizia e non certo per tutti gli altri potenziali acquirenti. L’unica possibile soluzione equa della problematica sta in una consapevole revisione delle relazioni economiche sull’antico confine, riflettendo insieme su come realizzare una nuova situazione specifica, una specie di punto franco internazionale. Tali relazioni possono divenire produttive soltanto a una condizione, che ci sia prima la volontà di costituire un punto franco culturale: la costruzione di un nuovo tessuto di ordinarie relazioni di base tra i cittadini della stara e della nova Gorica/Gorizia è il passo indispensabile perché si possa bussare insieme alle porte dell’Unione Europea ed ottenere ciò di cui si ha bisogno. Non un Gect scatola vuota che non si sa ancora come riempire, ma un Gect operativo in grado di fornire gli strumenti per realizzare ciò che già si è pensato e progettato insieme. Una visione urbanistica internazionale, per esempio…
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