Biscotto o non biscotto: questo è il problema. E’ il problema che affligge milioni di calciofili italiani, distratti per un paio di settimane da ben altre decisive partite che nel frattempo si giocano su altri campi italiani, europei e planetari; dopo aver sganciato tanti bei soldini per assistere a competizioni truccate in funzione dell’arricchimento individuale, si stracciano preventivamente le vesti e (con il Corriere della Sera) si rivolgono a Spagna e Croazia invocando: “per favore, non truffateci!” Dove la “truffa” consisterebbe nell’accordarsi per un pareggio 2-2 che consentirebbe – senza colpo ferire – a entrambe le squadre di qualificarsi agli ottavi di finale del campionato europeo. E perché non lo dovrebbero fare? Cosa ci sarebbe di tanto scandaloso? L’obiettivo della prima fase a gironi non è quello di raggiungere il massimo punteggio possibile o di vincere le partite ad ogni costo, bensì quello di passare il turno e continuare l’avventura europea. Una presa in giro del pubblico? Mah, se ci si mette nei panni dei tifosi spagnoli e croati credo sia facile comprendere che a loro interessi maggiormente emozionarsi nella gara “secca” successiva piuttosto che vedere i propri “eroi” andarsene a casa anzitempo. La storia del biscotto serve solo a nascondere l’amarezza di un’inevitabile eliminazione che invece dovrebbe servire ad aprire gli occhi sullo scandaloso ruolo del calcio nella politica, nell’economia e nella cultura italiane.
E intanto un'altra battaglia si combatterà a colpi di pallone: ironia della sorte ai quarti giocheranno Grecia contro Germania, quasi come Inghilterra e Argentina nel mondiale del '78 poco dopo il caso delle isole Falkland.. Mah.. Magre speranze di rivalsa al cospetto delle tante vittime in un caso e del futuro annichilito di una generazione, nell'altro
Giovanni