Ancora un ciclista è rimasto vittima di un incidente stradale in città. Un pensiero triste va ad Arnaldo Cumin e l’umana solidarietà ai suoi familiari… Val la pena di ricordare che, assieme ai pedoni mentre attraversano la strada, essi rappresentano la categoria dei più “deboli” utenti della strada. Eppure si sente anche dire che i ciclisti sono pericolosi (certamente si, se il ciclista volesse sfidare la sua pelle contro la “pelle” di un automezzo…). Ci si dimentica che essi hanno il pregio di essere silenziosi, di non inquinare, di consumare pochissimo spazio, di mantenersi in attività fisica e, in certe condizioni, di arrivare prima di un’autoveicolo! Le amministrazioni hanno in mano gli strumenti per garantire loro un minimo di sicurezza, come inserire dissuasori di velocità con il limite a 30 Km/h (fatto salvo, poi, che qualcuno vada anche a controllare se il limite di velocità venga rispettato) nei tratti di strada ove una ciclabile non può essere realizzata. E’ proprio il luogo dove è avvenuto il tragico incidente. La ciclabile finisce/inizia a qualche metro di distanza, davanti all’Arcobaleno ed è praticamente impossibile farla proseguire fino alla piazza di sant’Andrea, causa la ristrettezza dello spazio. NC
Una vita stroncata è sempre un grande dolore. Occorrerebbe imparare a METTERSI NEI PANNI" degli altri, nella fattispecie chi circola in macchina dovrebbe mettersi nei panni del pedone o del ciclista e riflettere sul fatto che, in quel momento, i più vulnerabili sono loro, perché, per quanto possano infastidirci i comportamenti di alcuni pedoni o ciclisti poco rispettosi del codice della strada – confesso che, da automobilista, a volte mi è capitato di tirar giù qualche santo! – non possiamo mai dimenticare che loro non hanno alcuna protezione. Il rispetto delle regole della strada dovrebbe sempre fare il paio con il rispetto della vita degli altri: impariamo a chiederci sempre quali conseguenze può avere un nostro gesto o una nostra omissione sulla vita di altri esseri umani: ogni cosa che facciamo o non facciamo ha delle ricadute, più o meno dirette e più o meno gravi sulla vita del prossimo. Vale per la circolazione, ma anche per tutti gli altri ambiti della civile convivenza: se butto la spazzatura per strada, se abbandono rifiuti pericolosi nell'ambiente, se in città corro a 80 km. orari, se passo con il rosso, se prima di mettermi alla guida della macchina bevo abbondantemente, se svolgo male il mio lavoro, se se se…la lista può continuare all'infinito. Pensiamoci. I CARE I CARE I CARE. Anna V.
perchè impossibile fare proseguire la ciclabile?
potremmo invece dire che la ciclabile deve proseguire fino in piazza e che è impossibile far proseguire la carraia!
PS
La viabilità della nostra città, pensata per i veicoli a quattro ruote, costringe pedoni e ciclisti a tragitti pericolosi, fra marciapiedi rotti, o inesistenti, e percorsi resi forzosamente più lunghi del dovuto, in mezzo al traffico e all'asfalto.
La mia considerazione: c'è un problema culturale di fondo, manca una cultura del muoversi a piedi e in bicicletta.
Cerchiamo di recuperarla! Ritroveremo un rapporto più naturale con noi stessi e con lo spazio cittadino, e forse allora saremo tutti più esigenti verso un'amministrazione comunale che si dimostra vergognosamente negligente in materia.