La politica è scontro d’interessi, e la gestione di questa crisi economica e sociale non fa eccezione. Ma una particolarità c’è, e configura, a nostro avviso, una grave lesione della democrazia. Il modo in cui si parla della crisi costituisce una sistematica deformazione della realtà e una intollerabile sottrazione di informazioni a danno dell’opinione pubblica. Le scelte delle autorità comunitarie e dei governi europei, all’origine di un attacco alle condizioni di vita e di lavoro e ai diritti sociali delle popolazioni che non ha precedenti nel secondo dopoguerra, vengono rappresentate, non soltanto dalle forze politiche che le condividono (e ciò è comprensibile), ma anche dai maggiori mezzi d’informazione (ivi compreso il servizio pubblico), come comportamenti obbligati (“non-scelte”), immediatamente determinati da una crisi a sua volta raffigurata come conseguenza dell’eccessiva generosità dei livelli retributivi e dei sistemi pubblici di welfare. Viene nascosto all’opinione pubblica che, lungi dall’essere un’evidenza, tale rappresentazione riflette un punto di vista ben definito (quello della teoria economica neoliberale), oggetto di severe critiche da parte di economisti non meno autorevoli dei suoi sostenitori. Così, una teoria controversa, da molti ritenuta corresponsabile della crisi (perché concausa degli eccessi speculativi e degli squilibri strutturali nella divisione internazionale del lavoro e nella distribuzione della ricchezza sociale), è assunta e presentata come autoevidente, sottraendo a milioni di cittadini la nozione della sua opinabilità e impedendo la formazione di un consenso informato, presupposto della sovranità democratica. Non possiamo sottacere che, a nostro giudizio, a rendere particolarmente grave tale stato di cose è il fatto che la sottrazione di informazione che riteniamo necessario denunciare coinvolge l’operato delle stesse più alte cariche dello Stato, alle quali la Costituzione attribuisce precise funzioni di garanzia e vincoli d’imparzialità. Tutto ciò costituisce ai nostri occhi un attacco alla democrazia repubblicana di inaudita gravità, che ai pesantissimi effetti materiali della crisi e di una sua gestione politica volta a determinare una redistribuzione del potere e della ricchezza a beneficio della speculazione finanziaria e dei ceti più abbienti assomma un furto di informazione e di conoscenza gravido di devastanti conseguenze per la democrazia. Alberto Burgio, Mario Dogliani, Gianni Ferrara, Luciano Gallino, Giorgio Lunghini, Alfio Mastropaolo, Guido Rossi, Valentino Parlato
Quelli che votano PD dovrebbero leggersi questo appello ogni mattina prima di leggersi Repubblica…
Facciamo nostro questo appello. Presentiamo e discutiamo i libri di Gallino e gli altri. Bisogna scatenare un'offensiva culturale, sapere che quello delle idee è uno dei terreni principali di scontro. Non dicevano gli italiani che gli austriaci avevano tutti la coda? La storia insegna sempre.
Comunque non solo quelli che votano PD, ma anche quelli che pongono come problema n.1 i diritti degli omosessuali dovrebbero leggere l'appello. Comunque visto che in Italia non ci sono più di cinque o sei intellettuali che non si siano venduti il cervello, quelli che hanno finora camminato dritti devono essere sostenuti con l'acquisto (finchè non ci portano via tutti gli schei) e la diffusione di quanto scrivono. Questa è una rete di solidarietà che bisognerebbe fare. Secondo: cominciare a sputtanare con nomi e cognomi tutti quelli che hanno parlato di : fine delle classi sociali, pensiero debole, relativismo, autoregolamentazione del mercato, ecc. e indicarli al pubblico ludibrio in quanto venduti e paraculo. Mi scuso con chi so io per il linguaggio anni '70.
L'intervista a Gallino è apparsa anche sul Fatto Quotidiano, dove la discussione sull'argomento ha trovato spazio anche nei giorni seguenti, assieme all'appello di cui sopra. Chiunque abbia letto, per esempio, il libro di Gallino (La lotta di classe dopo la lotta di classe) o di Fazi (La terza guerra mondiale?) e quotidianamente sfogli un giornale, non può che indignarsi di fronte alla pervicace negazione dell'evidenza di una situazione che si sta facendo sempre più dura per le classi lavoratrici:uso volutamente e consapevolmente questo termine, convinta come sono che il concetto di classe sia tutt'altro che superato e che le enormi differenze di opportunità e di reddito tra le classi stiano facendo precipitare sempre più in basso nella scala sociale coloro che vivono del proprio povero, sudato salario. Alla faccia della mobilità sociale, le possibilità di riscatto e di ascesa nella scala sociale attraverso il lavoro sono di fatto annullate: come cavolo si può pensare ad un futuro migliore se il lavoro non è più garantito, se i salari sono al palo mentre il costo della vita galoppa, se migliaia di persone sono messe di fronte alla drammatica alternativa tra morire per lavoro o morire per mancanza di lavoro (a Taranto l'ultimo episodio di una lunga serie drammatica che sembra non avere fine)? Come si può restare indifferenti di fronte ai tanti, quotidiani esempi di palese ed insopportabile INGIUSTIZIA? O continuare a tacere mentre la verità viene sistematicamente negata? Studiamo, informiamoci, parliamo di queste cose, indigniamoci e proviamo a pensare un modo per dare forma e visibilità alla nostra indignazione. L'economia sta andando a puttane, il lavoro è diventato una merce rara e sottopagata, la distribuzione ed organizzazione mondiale del lavoro rischia di scatenare una guerra tra poveri, e c'è chi su questa situazione specula abilmente e chi proprio grazie a questa crisi continua a guadagnare, e parecchio. Fermiamoli!Basta! Jamais plus! Anna V.
A questo proposito, chiedete ai medici come mai in farmaceutica, in fitosanitaria, nella produzione alimentare, sin dal 1980 senza che nessuno lo spiegasse meglio, i prodotti allo iodio, sono stati del tutto sostituiti da quelli al "bromo"!!!, e poi vi renderete più consapevoli del declino fisico, psicologico e mentale che la nostra varia umanità sta subendo.
sul post dedicato alla crisi, meritano di esser letti due libri, il primo di Daniel ESTULIN, ed il secondo di Marco PIZZUTTI, che parlando del Club Bilderberg e delle banche maggiori di Wall Street e di Londra, ben spiegano e disvelano, come la crisi attuale sia stata pensata, decisa e poi messa in atto, prescindendo da qualsivoglia regola di democrazia, e solo finalizzata a sopprimere l'Euro ed instaurare la moneta globalista.
le foto dei candidati del forum, apparse per pochissimo tempo nei report di alcuni media locali, rimangono un esempio utile da emulare in altri comuni nel 2013, peccato che siano sparite senza un motivo preciso da internet! Perché non le rimettete in qualche post del blog??? E' di sicuro un chiaro esempio di buona pratica della politica, sia per la varietà che per i profili di competenza e professionalità dei candidati.Auguri a voi.